LA SCOPERTA
Satanisti in via Bainsizza
Maschera, mantello e lumini nei capannoni dismessi che stanno per essere demoliti

Pare che quando gli operai impegnati nel sopralluogo hanno illuminato con la torcia elettrica quella sagoma inquietante abbiano avuto un mezzo infarto. Del resto, non si aspettavano certo di trovare nello scantinato di una ditta dismessa i resti di quello che a tutti gli effetti sembra un rito esoterico, anche piuttosto recente. Un mantello bianco e una maschera con un lungo naso appesi a un gancio di metallo, tutt’attorno e sulle scale numerosi lumini, alcuni dei quali disposti a formare una stella a cinque punte. È questo uno dei ritrovamenti fatti nell’area dell’ex fonderia Galante di via Bainsizza, dove ieri mattina, sabato 27 febbraio, sono entrati nel vivo i lavori per l’abbattimento dei capannoni abbandonati.
Non si sa da quanto tempo questo spazio interrato venisse utilizzato per quelle sembrano “messe nere” né se si sia trattato di un caso isolato, ma il ritrovamento è stato un ulteriore elemento che ha fatto capire come questo enorme stabilimento vada demolito, regalando all’area una nuova vita.
Sì, perché la presenza di presunti satanisti non è stata l’unica a funestare questa zona nel corso degli anni. Qui infatti, nel corso del tempo, hanno trovato riparo sbandati e senzatetto, e ancora graffitari e vandali scatenati, che hanno divelto porte e sanitari, giusto per passare il tempo.
In uno dei capannoni, in base a quanto emerso, negli anni ha trovato posto anche una sorta di officina abusiva: motorini rubati venivano portati qui dove, al riparo da occhi indiscreti, erano manomessi e riassemblati, per essere poi rivenduti sul mercato illegale. Basta allungare lo sguardo oltre i vetri rotti per notare ancora carcasse di motorini ormai arrugginiti.
Nella parte più recente dei capannoni, invece, dove alcuni anni fa sono stati rimessi a nuovo infissi e pavimenti nell’ottica di poter finalmente far ripartire qui un’attività imprenditoriale, sono entrati in azione gruppetti di writers: i locali sono stati diligentemente spartiti, come si può intuire dalle “tag” (ossia le firme dei graffitari) e sul pavimento sono state lasciate numerose bombolette di vernice ormai vuote. Ma satanisti, sbandati, vandali e writers ora sono costretti a “traslocare”: l’ex stabilimento sarà raso al suolo.
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