LE NORME
Varese, scuole semivuote: tutti in Dad
In quarantenta ci sono oltre 7.600 studenti in tutta la provincia. Novità in arrivo dal Governo con mini-isolamenti
Le classi in quarantena in provincia di Varese sono 1.115. Sono i gruppi classe, cioè le classi per cui è scattato il provvedimento da parte dell’Ats Insubria, provvedimento dunque che si rifà alle norme sanitarie che non coincidono o non si interfacciano facilmente con quelle scolastiche. Il che significa che 7.637 studenti sono posti in quarantena. E dunque, ma la cosa non è ovvia nemmeno scontata, anche in Dad. Un boom di quarantana che coinvolge tutta la regione.
Le norme che fanno scattare la didattica a distanza non sono di immediata comprensione ma le scuole ormai le masticano per bene. Le scuole - cioè i dirigenti e professori - devono però affrontare anche un’altra questione, e cioè quella della sorveglianza attiva, cioè il fatto che gli studenti per esempio siano comunque in classe anche se devono sottoporsi ad alcune regole e controlli in base al numero di positivi presenti. Ci vuole poco a comprendere che famiglie e scuole siano in ginocchio.
A questi numeri da capogiro, elaborati da Ats Insubria - che dopo una partenza difficile nella gestione dell’immane numero di positivi tra tutti i cittadini ha dato indicazioni più chiare di gestione seguendo le linee ministeriali e regionali - va aggiunto il numero degli operatori scolastici in quarantena e cioè poco meno di 450 (i dati sono sempre provinciali).
Il caos nelle famiglie
I genitori non capiscono più nulla e i dirigenti scolastici stanno facendo i salti mortali per fare “quadrare” le Dad e segnalare le sorveglianze o le quarantene. Il problema è il seguente: la normativa sanitaria, quella che Ats Insubria deve fare applicare, è appunto sanitaria, non implica una decisioni su chi deve entrare in Dad, scelta che sta alle scuole, in base al numero di casi positivi (e anche in questo caso le regole variano a seconda dell’ordine e grado della scuola).
La normativa è stata realizzata in modo svincolato con l’obiettivo di semplificare le cose e di creare una corsia preferenziale per la scuola che “gestisce” i propri casi in autonomia, segnalandoli sul portale dedicato e in sostanza dicendo ad Ats qual è la situazione delle varie classi.
Nella realtà, poi, questa semplificazione non avviene per nulla. Perché le famiglie, per esempio, non si capacitano del fatto che se il proprio figlio è contatto di più positivi debba stare in quarantena per dieci giorni, mentre se lo è di un adulto parente (fuori dal mondo scuola), in base allo stato del ciclo vaccinale, possa anche essere in autosorveglianza solo per 5 giorni. Oppure perché vi siano bambini moltissimi con la seconda dose già fatta, tra i 5 e gli 11 anni, ma non ancora fatta da 14 giorni e dunque ufficialmente non sono “coperti” e nel caso di più positivi a scuola devono essere posti in quarantena.
Le disposizioni sanitarie
In sostanza le quarantene parlano del “gruppo classe” senza fare distinzione del livello vaccinale conseguito e le Dad scattano per tutto il gruppo classe quando il numero di positivi aumenta... Un guazzabuglio dal quale emergere non è semplice. E che sembra destinato, se non cambieranno le disposizioni, a rendere impossibile la serenità di molte famiglie e di molti insegnanti, fino a quando questo maledetto picco del Covid non sarà arretrato. E in tarda serata, ieri martedì 25 maggio, l’annuncio di qualche novità verso la semplificare. L’appello delle Regioni per mettere ordine nel ginepraio di regole e normative che disciplinano le attività scolastiche è stato recepito. Il Ggoverno varerà le nuove norme, con mini isolamenti e didattica a distanza riservata esclusivamente ai non vaccinati. Sul tavolo anche la proposta di eliminare i tamponi per il rientro in classe, mantenendo comunque l’autosorveglianza.
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