IN COMUNE
Varese, Servizi educativi in rivolta: assessore nel mirino
Posti persi, trasferimenti e qualità del servizio: chiesto un incontro

Dipendenti comunali sul piede di guerra: si allarga a macchia d’olio il disagio espresso dai lavoratori di Palazzo Estense in diversi settori dell’ente.
Dopo la Polizia locale, i Lavori Pubblici, i Servizi al cittadino, è ora la volta anche di chi lavora ai Servizi educativi.
INCONTRO URGENTE
Con un nuovo comunicato congiunto, firmato dalle rappresentanze e dalle sigle sindacali, si chiede «Un incontro urgente all’amministrazione - scrivono - per definire congiuntamente tempi, criteri e modalità di ricollocazione nell’ambito dei servizi comunali, riservandosi di intraprendere ulteriori iniziative sindacali in caso di inerzia o diniego di un serio confronto».
La questine riguarda questa volta le dichiarazioni a mezzo stampa «in cui si lancia periodicamente l’assessore ai Servizi educativi del Comune di Varese, Rossella Dimaggio. Nello scorso febbraio in un’intervista sosteneva che la ricollocazione negli asili nido (e in parte nelle scuole per l’infanzia) delle educatrici del settore parascolastico decisa lo scorso anno ha evitato, a fronte dell’impossibilità di assumere nuovo personale, la privatizzazione dei nidi comunali».
VENTI EDUCATRICI SENZA LAVORO
Al contrario, secondo i sindacati, «questa scelta ha fatto perdere il lavoro a 20 educatrici a tempo determinato che da anni lavoravano per il Comune nelle strutture educative. Ha privatizzato il servizio del doposcuola prima garantito dal personale comunale a moltissime famiglie e ha determinato il trasferimento di 24 educatrici che avrebbero voluto mantenere la professionalità acquisita attinente al titolo di studio conseguito e alla predisposizione personale».
UN EDUCATORE, OTTO BAMBINI
Sbagliati sarebbero anche alcuni dati forniti dall’assessore, «che ha affermato di un rapporto educatore bambino di uno a quattro negli asili nido - continuano - Ovviamente non è così perché il rapporto è di un’educatrice e otto bambini e non è nemmeno vero che in organico ci sono nove coordinatrici su cinque nidi e quattro scuole dell’infanzia, perché ce ne sono solo due inquadrate secondo l’ordinamento professionale, mentre le altre sette sono educatrici con incarico di “referenti di plesso”, tra l’altro senza alcun riconoscimento economico».
E ancora, l’assessore avrebbe mentito sulle modalità di gestione del passaggio alla statalizzazione della Don Milani.
SOLO UN OPEN DAY
«Le insegnanti statali provenienti dalla ex scuola Lovera non hanno mai frequentato la scuola per favorire la conoscenza dei bambini e i genitori non sono stati coinvolti in incontri, ma è stato organizzato solo un open day. L’aspetto che più lascia sbalorditi è, appunto, la facilità con cui si lanciano notizie alla stampa senza mai pensare di coinvolgere prima le insegnanti comunali».
In un incontro recente l’assessore non avrebbe nemmeno saputo dare alle insegnanti spiegazioni sui punti controversi delle interviste, «limitandosi a sostenere che le inesattezze contenute negli articoli sono frutto di una libera e non corretta interpretazione da parte dei giornalisti. Mentre riguardo alla ricollocazione delle educatrici, nessun dettaglio sui tempi e sulle modalità di attuazione è stato fornito – concludono - Permangono quindi preoccupazioni sul futuro di queste lavoratrici e la loro contrarietà alla scelta di cedere un altro pezzo di storia importante dei servizi educativi comunali».
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