L’INIZIATIVA
Il dono di Varese alle detenute
Il Soroptimist allestisce un salone di bellezza e un orto nel carcere femminile di Como

Un salone di bellezza e un’area verde dove mettere alla prova il proprio pollice verde: e la cosa originale è queste due strutture non nascono in un luogo qualunque ma nel carcere femminile di Como.
A realizzarle e a donarle è stato il Soroptimist International Club di Varese, che vuole così promuovere il suo ruolo di sostegno alle donne scegliendo proprio la casa circondariale “in rosa” più vicina, visto che ai Miogni di Varese ci sono solo uomini.
Le opere saranno inaugurate domani mattina alle 11 al carcere del Bassone: qui le detenute possono già lavorare nel “Giardino delle Semplici” e nel “Beauty Salon”, grazie a due corsi specifici studiati in collaborazione con il club comasco per favorire la crescita professionale in vista del futuro reinserimento. Per l’occasione saranno presenti la presidente nazionale, Patrizia Salmiraghi, e la vicepresidente, responsabile del Coordinamento Nazionale di “Si sostiene carceri”, Paola Pizzaferri.
L’organizzazione mondiale di donne agisce concretamente per promuovere i diritti umani e l’avanzamento della condizione femminile.
E proprio nell’ambito delle linee programmatiche del biennio 2017-2019 il progetto nazionale del Soroptimist Donne@Lavoro si rivolge con l’azione “Si sostiene”, a donne di categorie fragili (detenute, donne che hanno subito violenza, donne di Paesi stranieri..) per sostenerne la formazione professionale e le attività lavorative.
«Insieme al Club di Como, il Soroptimist di Varese dona al reparto femminile un “Beauty Salon” spazio attrezzato per aspiranti parrucchiere - spiega la presidente Daria G. Banchieri -. Possedendo inoltre l’Istituto un’area incolta di circa 370 metri quadrati, siamo intervenute trasformandola in un “giardino delle semplici”. Si è voluto chiamarlo così in quanto si ispira al giardino del Medioevo. All’interno della cinta muraria i monaci nei conventi svolgevano le loro varie attività fra le quali lo studiare e il conservare antichi testi, molti riguardanti l’agricoltura, le varie piante e la loro utilità. Sorsero così nei chiostri, piccoli giardini dove coltivare piante. Anche al Bassone, grazie all’accordo con la direttrice Carla Santandrea, si è potuto realizzare un “giardino delle semplici”. Le sei ragazze scelte dalla direzione si sono dedicate al lavoro fin dall’inizio con trasporto ed entusiasmo seguendo le indicazioni e apprendendo nozioni con il desiderio di conoscere: hanno già avuto un risultato. Oggi il giardino è bello ma lo sarà sempre di più».
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