L’EVENTO MUSICALE
L’Accademia della Scala incanta Varese
Avvio col botto della stagione musicale: ieri sera lunghi applausi per musicisti e direttore protagonisti del concerto d’apertura

Era un successo annunciato e così è stato. L’edizione numero 25 della Stagione Musicale del Comune di Varese si è aperta mercoledì 23 nella Basilica di San Vittore nel segno del Requiem e della Sinfonia in Sol minore n. 40 K 550 di Mozart con i complessi dell’Accademia Teatro alla Scala diretti da Diego Fasolis. Successo doppio. Prima, con la vendita di tutti i quasi cinquecento biglietti messi a disposizione, e dopo, con lunghi applausi per musicisti e direttore. Sul podio Fasolis era drammaticamente severo, i giovani coristi e orchestrali scaligeri pieni di entusiasmo ma sempre attenti.
SCOMMESSA VINTA
Il direttore artistico della Stagione Fabio Sartorelli ha vinto la scommessa di far incontrare i talenti del vivaio scaligero con l’esperienza e il carisma del direttore svizzero. Direttore esigentissimo, che ha controllato l’esecuzione nei minimi dettagli, incalzando coro e orchestra con tempi rapidi e un fraseggio nervoso. Lo è visto subito nel celebre attacco della Sinfonia in Sol minore, inquieto e in penombra eppure ben bilanciato nei rapporti sonori tra le varie sezioni dell’orchestra, lo è visto poi nell’attacco del Requiem, in cui si avvertiva distintamente ogni singolo gruppo di strumenti.Gli orchestrali - età media: 24 anni - hanno suonato con precisione (pochissime le incertezze) e così ha cantato il coro preparato da Salvo Sgrò, un po’ defilato nelle battute iniziali del Requiem e un po’ in difficoltà nel salire nella zona acuta ma più reattivo nel prosieguo della serata, fino a un bis, naturalmente mozartiano, il celebre mottetto Ave Verum, cantato a fior di labbra e accompagnato dall’orchestra a fior d’archetto, tra equilibri timbrici calibrati al millimetro e un fraseggio tutto compresso tra il mezzoforte e il pianissimo. Un plauso va fatto al gruppo dei quattro solisti, tutti del vivaio dell’Accademia scaligera, il soprano spagnolo Maria Martín Campos, il mezzosoprano turco Dilan Şaka il tenore italiano Pierluigi D’Aloia e il basso cinese Chao Liu (che voce potente e rotonda, la sua), soprattutto per la capacità di trovare l’amalgama nei pezzi d’assieme e un plauso al coraggio di Fasolis, il quale ha sostituito i tre brani interamente composti dall’allievo di Mozart Franz Xavier Süßmayr (il Requiem mozartiano, com’è noto, è incompiuto) con pagine originali di Mozart tratte dalle musiche di scena per il dramma Thamos, re d’Egitto, pagine di grande impatto drammatico.
VARIETA’ ESPRESSIVA
Per tutta la serata Fasolis ha spinto l’orchestra a cercare tensione nel fraseggio e nel suono (all’inizio dello sviluppo del primo movimento della Sinfonia in Sol minore c’è stata una scarica di adrenalina) e una grande varietà espressiva. Di conseguenza l’orchestra, pur impiegando strumenti moderni, sembrava suonare con l’articolazione del fraseggio e la leggerezza di un’orchestra barocca e non soltanto perché Fasolis nella Sinfonia ha tenuto gli archi in piedi, come nel Settecento si faceva. Il fatto è che il direttore svizzero rilegge la musica di Mozart, dal punto di vista storico proiettata al superamento del Barocco, attraverso la sua lunga esperienza nel campo della musica barocca e di Bach, eppure quella che potrebbe essere una lente deformante si rivela, tra le sue mani, una lente di ingrandimento, che permette di mettere meglio a fuoco i dettagli della scrittura mozartiana. Incominciare meglio di così questa Stagione del 25°, che molto promette anche nei prossimi appuntamenti, non si poteva.
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