ECONOMIA IN SOFFERENZA
Varese, Univa: «Shock energetico, grave crisi»
Il presidente Grassi: «Imprese sulla soglia del baratro». In sei mesi bollette da un milione. Ecco le proposte

L’Unione industriali della provincia di Varese lancia l’allarme sullo shock energetico: «Siamo sulla soglia di un baratro, sono troppe le imprese che rischiano il blocco della produzione». Stanno arrivando bollette salatissime di gas ed energia e le difficoltà assumono, di conseguenza, proporzioni drammatiche.
Il presidente di UnivaVarese, Roberto Grassi, prende posizione: «Rischiamo una crisi industriale senza precedenti. Ci appelliamo al senso di responsabilità di tutte le forze politiche e alle indiscusse capacità del Presidente del Consiglio. Bisogna agire subito o le conseguenze sociali saranno devastanti».
«La situazione già critica da mesi, ora è diventata insostenibile. Siamo sull’orlo di un baratro - fa notare Grassi -. Non c’è più tempo da perdere. Governo e Unione Europea devono prendere provvedimenti urgenti nei prossimi giorni, altrimenti le conseguenze economiche, produttive e sociali rischiano di essere senza precedenti. Sulla capacità di reazione allo shock energetico che sta colpendo imprese e famiglie si gioca la credibilità di quelle forze politiche che si candidano a governare il nostro Paese. Che almeno su questo non ci siano divisioni di parte. Ci appelliamo al loro senso di responsabilità e allo stesso Presidente del Consiglio, Mario Draghi, che, seppur sfiduciato dal Parlamento, ha l’autorevolezza internazionale per accelerare la reazione delle istituzioni europee a uno scenario che rischia di bloccare intere filiere produttive, non solo quelle più energivore».
«Di appelli - osserva il presidente di Univa - ne continuiamo a fare da inizio anno. Le imprese faticano a capire l’immobilismo di fronte alle bollette che stanno arrivando nei loro uffici di amministrazione. Forse non ci si rende conto delle ripercussioni che stanno per concretizzarsi e si spera sempre nelle illimitate capacità di reazione del sistema imprenditoriale. Ma questa volta il quadro è completamente diverso. Siamo impotenti, occorrono interventi urgenti per garantire la tenuta industriale del Paese e dei suoi territori più manifatturieri come Varese. Ha ragione il presidente Bonomi: è questione di sicurezza nazionale. Sono troppe le imprese messe a rischio sopravvivenza».
Univa documenta la situazione spiegando che arrivano continue segnalazioni ai telefoni della Confindustria varesina e del suo consorzio Energi.Va.
Nel dettaglio del dramma: ci sono imprese del settore della plastica che hanno pagato nei primi 6 mesi di quest’anno bollette per un totale di 1 milione di euro, contro i 300mila del 2021; tintorie tessili che pagavano a luglio di un anno fa bollette di energia elettrica di 47mila euro e di gas di 52mila e che a luglio di quest’anno hanno affrontato livelli, rispettivamente di 166mila e 266mila euro. Senza parlare della lavorazione dell’acciaio, comparto in cui ci sono aziende che a luglio del 2021 avevano bollette di 280mila e che ora sono a quota 1,3 milioni. Stesso scenario nelle fonderie specializzate nei componenti dell’automotive. Qui l’esempio è di un’impresa che pagava a luglio del 2021 152mila euro di energia elettrica e il mese scorso ha dovuto affrontare una bolletta di 516mila. E non è immune il settore delle cartarie: si va dalla bolletta mensile di 77mila euro di un anno fa ai 272mila euro di oggi, che scendono a 176.500 con i crediti di imposta introdotti del Decreto Legge Aiuti, ma che rimangono pur sempre su incrementi del 128%.
«Casi anonimi, ma molto concreti - commenta il presidente Grassi - che abbiamo registrato in questi giorni. E si badi bene: parliamo delle bollette fino a luglio, le conseguenze dei record di agosto non le abbiamo ancora viste. Sono in crescita le chiamate di imprese che hanno deciso di non riaprire dopo le ferie e di quelle che hanno già deciso di bloccare la produzione perché a questi livelli, pur di fronte a un buon portafoglio ordini che caratterizza tutta la nostra industria, è ormai ampiamente diseconomico produrre».
Dall’analisi alle proposte: «Quella di Confindustria è, come sempre, molto concreta e pragmatica ed è stata avanzata ormai da tempo nel disinteresse generale. Solo nelle ultime ore sembra finalmente muoversi qualcosa anche grazie ai numerosi appelli del Sistema Confindustria. Ma non servono gli intenti, serve agire». Ecco il ventaglio delle proposte: immediata introduzione del tetto del gas a livello europeo; sospensione temporanea del sistema delle autorizzazioni Ets (per le emissioni di gas serra); destinazione all’industria della quota di energia di produzione nazionale (anche da fonti rinnovabili) a prezzo calmierato; riformare o comunque sospendere l’attuale meccanismo della formazione del prezzo dell’elettricità sganciandolo dalle quotazioni del gas.
L’allarme per il rincaro esponenziale delle bollette è stato lanciato anche da Confcommercio.
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