IL CASO
Villa Mylius, pomeriggi di sballo
Alcol e musica a tutto volume nella parte alta del parco, poi rifiuti abbandonati e graffiti: i residenti lanciano l’allarme
Festini sfrenati a Villa Mylius. La denuncia arriva da coloro che risiedono vicino al parco, preoccupati tanto dagli assembramenti e dal pericolo di contagio, quanto dai rifiuti e dal degrado che questi “rave party” lasciano dietro di sé.
Si tratta di un problema che diventa d’attualità in questi giorni di parziale lockdown, ma che interessa la Villa Mylius dal 2007, ovvero da quando l’immobile e il suo parco sono diventati proprietà comunali.
La zona bassa del parco, vicino al campo da tennis, è oggetto di frequentazioni ordinate. È invece l’antica piscina disegnata dall’architetto paesaggista Porcinai, che si trova sulla sommità del parco, insieme alle aree più nascoste dalla vegetazione, a trasformarsi spesso in discoteca a cielo aperto. Graffiti, bottiglie vuote, resti di cibo, rifiuti di ogni tipo, musica ad alto volume. La rete che delimita l’area viene costantemente tagliata, sollevata e bucata. Tante volte è stata ripristinata e altrettante è stata parzialmente divelta.
«Tutti i pomeriggi vi sono gruppi di adolescenti, ovviamente senza mascherina, musica alta, bottiglie di birra, che beatamente festeggiano ballando incuranti del fatto che siamo in zona rossa», è il grido d’allarme lanciato da un residente anche sul gruppo whatsapp Varesini.
La polizia locale, a seguito di questa segnalazione, è andata a controllare, senza però trovare una situazione anomala. Del resto, è facile per i ragazzi disperdersi dopo che uno di loro, messo a far da vedetta, avverte gli altri dell’arrivo dei vigili. E così, mentre complessivamente i comportamenti dei varesini si mantengono corretti, tanto che gli agenti non hanno dato sanzioni per assembramenti in questi ultimi giorni, ci sono adolescenti che fanno i furbi, danneggiando se stessi, gli altri e l’ambiente.
La piscina è oggetto di un progetto di riqualificazione del Comune che punta a trasformare la vasca in un sito artistico, illuminandola e coprendola con un vetro, così da evitare utilizzi impropri. Un’altra ipotesi è quella di trasformare il vecchio spogliatoio in un bar o in una caffetteria, creando così un presidio nella parte alta del parco. Per percorrere queste strade servirebbero circa 500 mila euro. Fondi che al momento non ci sono. «Prima bisogna aprire l’Accademia del gusto, poi riqualificare la piscina – spiega l’assessore al Verde pubblico Dino De Simone – Non avrebbe senso fare il contrario, perché saranno le attività dell’Accademia a scacciare le cattive frequentazioni».
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