L’ANEDDOTO
Varese, Zanzi: «Il mio incontro con la Regina»
Elisabetta II al Chelsea Flower Show del 2010: il ricordo dell’agronomo

Il signore dei giardini, Daniele Zanzi, dice di avere ancora nella testa la voce lieve e gentile di The Queen. «Tomorrow will be better... for the plants, of course», parole pronunciate per commentare il meteo pazzerello di Londra. «E chi dimentica quelle parole e quell’incontro», ricorda ora che il mondo è attonito di fronte alla notizia della morte di Elisabetta II.
Anno 2010, 24 maggio: al Chelsea Flower Show arriva la regina, come da tradizione, per l’inaugurazione dell’evento planetario di giardinaggio e orticultura promosso dalla Royal Horticultural Society nei Giardini del Royal Hospital di Londra.
Daniele Zanzi agronomo molto conosciuto nel mondo (e che a Varese ha ricoperto anche la carica di vicesindaco) è stato il terzo italiano dal 1860 a partecipare alla superblasonata manifestazione con una installazione (premiata) dedicata a “Luci e colori delle Alpi”.
«Ad un tratto, alzo lo sguardo e la vedo arrivare, era la sera prima dell’apertura, con la Regina Elisabetta c’erano altri componenti della famiglia reale - ricorda Zanzi - . Mi venne incontro, mi tremavano le gambe».
Subito, la regina chiese che cosa significava il suo giardino, ricorda l’agronomo. «Presi coraggio e cominciai a parlare, mi aveva messo a mio agio». Zanzi, per nulla impacciato, cominciò: «Le dissi “sicuramente ha sorvolato moltissime volte le Alpi nei suoi viaggi e avrà pensato, che lande desolate, ma non è così, ci sono 16 milioni di persone che vivono sulle montagne e un gran numero di turisti ma anche di iniziative che mettono a rischio il delicato ecosistema”. Ricordo - continua Zanzi - che prestò molta attenzione alla spiegazione».
Non capita a tutti né di stringere la mano a una regina né di parlarle. Il rigido protocollo impone che non si possa dare la mano se non lo fa direttamente il reale e che non si possa tanto meno fare domande. «Qualche mese prima ero stato chiamato a Londra, volevano verificare il mio inglese e istruirmi sul protocollo prima di ammettermi al Chelsea Flower Show».
A dire il vero, il signore dei giardini si era già avvicinato alla famiglia reale, per così dire, in occasione di un sopralluogo e di una verifica di alcuni grandi platani all’interno di Buckingham Palace. In quell’occasione, naturalmente, nessun incontro con la sovrana. Di cui oggi rimane «il ricordo stupendo di una donna estremamente gentile che mi concesse di parlare con lei per una decina di minuti». Un onore per pochi.
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