RIPARTENZA
Il fitness torna in moto
Riaprono le palestre: no a docce e piscine al chiuso

Finalmente si riparte: e se c’è un settore che davvero ha tanto “sudato” aspettando questo momento, è quello delle palestre, rimaste chiuse per mesi con l’incognita sui conti da far quadrare davanti a spese di gestione molte alte.
Ora si torna a correre, o almeno a camminare, perché ogni ripresa è graduale e ragionata: insomma, bisogna scaldare i muscoli ma ora c’è più positività nonostante i tanti problemi ancora in sospeso.
In questo periodo, purtroppo, non tutti sono riusciti a vincere la gara e sono rimasti sul campo alcuni centri fitness della provincia, schiacciati proprio dai costi eccessivi davanti all’azzeramento dell’attività prolungata. D’altro campo molti impianti storici hanno riaperto puntualissimi alle 8 di lunedì scorso, dopo che il Governo ha dato la possibilità di anticipare al 24 maggio rispetto alla data iniziale del primo giugno.
Pronti, partenza, via. L’avversario più duro sembra essere alle spalle e gli appassionati di fitness costretti a stare lontani a lungo da tapis-roulant e sale attrezzi hanno potuto riempire di nuovo il borsone, con un entusiasmo contagioso riversato anche nei social network. «Sono di nuovo in palestra, sono felice», è il tenore di tantissimi messaggi in rete.
La speranza è adesso che il cambio di passo si trasformi in un volano economico per il settore, che viene da un anno orribile: in provincia sono attivi oltre 600/700 palestre, considerando anche sale ballo, danza e associazioni di varie discipline, mentre sono un centinaio circa i centri fitness veri e propri. Vi lavorano almeno duemila addetti contando istruttori, bagnini e impiegati negli uffici, ma l’indotto è molto più ampio se il pensiero va alle pulizie o alla manutenzione, fino al marketing.
Lo conferma Fabio Sozzani, titolare di Sporting Varese e referente provinciale della confederata Ciwas che riunisce gli operatori: «Stiamo parlando di un mondo molto importante che porta lavoro anche oltre l’attività sportiva. Adesso c’è un clima di festa e stiamo tornando alla normalità, anche se non ai livelli del passato: i clienti iniziano adesso a rientrare, soprattutto quelli già vaccinati grazie a una campagna sanitaria che dà i suoi frutti. Per questo c’è meno timore rispetto al primo lockdown, pur con la massima attenzione e le regole di igienizzazione e distanziamento. Ecco perché non possiamo ancora utilizzare le piscine (che al coperto riapriranno il primo luglio, mentre quelle all’aperto sono già consentite) e non si possono fare le docce. Due criticità piuttosto importanti, se pensiamo a tutta una fetta di persone che amavano fare attività al mattino o in pausa pranzo per poi raggiungere il posto di lavoro. Oggi non è possibile e molti hanno spostato la seduta la sera. Potrebbero essere comunque ulteriori anticipi rispetto alle prime indicazioni: noi ci siamo».
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