IL MONITO
Funghi e Lago Devero: attrazioni fatali
Undici fungiatt tratti in salvo in tre giorni e una donna morta: servono precauzioni. E attenti ai danni del maltempo

Le meraviglie naturalistiche del VCO possono trasformarsi in vere e proprie attrazioni fatali. Dunque sono gli stessi operatori turistici e della sicurezza a invitare escursionisti e fungiatt alla massima attenzione per evitare tragedie.
LAGO DEVERO? NON ORA
Il ponte pedonale del Rio della Satta, lungo il tratto di collegamento tra la pista per l'Alpe Forno (sentiero H98) e il sentiero H00 (che da Crampiolo sale al lago di Pianboglio), è stato danneggiato dalle abbondanti piogge dei giorni scorso. È dunque vivamente sconsigliato - spiegano dalle Aree protette Ossola -, fino a nuova comunicazione, percorrere il giro del Lago di Devero.
In ogni caso, si ricorda di prestare sempre molta attenzione, in questo periodo, agli attraversamenti dei riali a causa dell’abbondante acqua.
I pericoli del maltempo si riflettono anche sulle escursioni dei fungiatt, non sempre però preparati ad avviarsi alla raccolta dei funghi con le dovute precauzioni.
FUNGIATT A RISCHIO
Dieci interventi in poco più di tre giorni con undici persone tratte in salvo e, purtroppo, una deceduta.
S’è iniziata nel peggiore dei modi la stagione dei funghi nel Verbano Cusio Ossola, con numeri, quelli relativi agli interventi del Soccorso alpino, che fanno rabbrividire: dall’inizio della settimana a mercoledì 21 agosto si conta una media di tre interventi al giorno, uno ogni otto ore: in pratica finisce un’operazione di soccorso e ne inizia subito un’altra. E neppure ieri, giovedì 22 agosto, si è potuti stare tranquilli.
Intorno a mezzogiorno un cercatore di funghi è scivolato lungo alcune placche di roccia nei boschi che dalla pineta di Santa Maria Maggiore si spingono in quota fino in vetta alla Costa di Fracchia, riportando un trauma alla schiena: è stato tratto in salvo con un intervento che ha visto impegnati il soccorso alpino civile e del Sagf e i vigili del fuoco di Santa Maria Maggiore, oltre all’elicottero dei pompieri giunto in Valle Vigezzo da Torino.
Dati su cui occorre riflettere, questi degli incidenti con protagonisti i fungiatt.
Le cause, come si sa, sono disparate: imprudenza, disattenzione, scarsa preparazione fisica, solo per citarne alcune. Prevenire i rischi è fondamentale per evitare di cacciarsi in seri guai. Altrettanto importante è seguire i pochi ma preziosi consigli che arrivano direttamente dagli “angeli della montagna”.
«ABBIGLIAMENTO ADATTO»
«Innanzitutto prestiamo attenzione all’abbigliamento: non è opportuno vestirsi con abiti scuri o mimetici, come invece ci capita spesso di vedere in giro - spiega Marco Castelli, responsabile della Decima delegazione Valdossola del soccorso alpino civile -. Poi è sempre meglio calzare gli scarponi invece che gli stivali in gomma».
E per orientarsi? «Nel bosco è facile perdersi se non si hanno punti di riferimento. Abbandonare un sentiero è già di per sé un rischio: è comprensibile, i funghi non si trovano quasi mai sui sentieri, tuttavia è consigliabile non lasciare che per poche decine di metri la traccia e poi ritornare subito sui propri passi, riprendendo il sentiero ed evitando di addentrarci troppo nel bosco senza una via segnata. È anche importante essere allenati fisicamente e portare con sé il telefonino, possibilmente dotato di geolocalizzatore».
Infine, anche se è risaputo che i fungiatt tendono ad agire un po’nell’ombra, non è mai superfluo lasciare detto a casa con precisione la zona che intendiamo perlustrare: sono tutti dettagli che possono davvero rendere più veloci ed efficaci le ricerche. Ed evitare che una passeggiata si trasformi in una tragedia.
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