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Verbania ha 80 anni
La città fondata il 4 aprile 1939 dal decreto regio. La battaglia sul nome e l’entusiasmo in piena epoca fascista

Oggi Verbania festeggia gli 80 anni. Tanti ne sono passati da quando, il 4 aprile 1939 l’allora re d’Italia Vittorio Emanuele III firmò il decreto istitutivo.
Anche se, in omaggio allo spirito dei tempi, “La Gazzetta del Lago Maggiore” l’annunciò così: «Per Volontà del Duce è nata Verbania».
L’eco della notizia superò i ristretti confini della nuova città e del Verbano piemontese. Tra gli altri ne riferirono il Corriere della Sera e Il Popolo d’Italia, e ovviamente Cronaca Prealpina del 28 aprile: “Verbania ha cominciato la sua nova vita”.
La nascita della città non fu un parto esclusivo del fascismo. Il riordino degli enti locali nell’ambito del quale fu istituita Verbania tradusse in realtà un’idea nata negli ultimi decenni del XIX secolo. Gli atti amministrativi che, nel biennio 1927-28, portarono alla confluenza in Pallanza di Cavandone e Suna, e in Intra di Trobaso, Zoverallo e Arizzano Inferiore e infine al decreto regio furono soltanto gli ultimi passi d’un processo travagliato, fin dalla scelta del nome. Verbania, riferì Agostino De Antonis, giornalista e direttore di testate locali fin da fine ‘800, in “Verbania artistica e culturale” su “La Gazzetta del Lago Maggiore del 23 luglio 1942, sarebbe stato un “parto” di Giulio Carelli, durante una gita domenicale sul colle della Castagnola nel 1907. Sarebbe perché Gian Pietro Ceretti, direttore del settimanale, rivendicò a sé l’idea. Le proposte sulla stampa locale dei primi del ‘900 furono più d’una: da Pallintra o Intrapalla a Verbania Cadorna in memoria del generale pallanzese capo di stato maggiore nella prima guerra mondiale. Nel 1909, il direttore dell’appena costituito Museo del Paesaggio Antonio Massara, fondò la rivista “Verbania” chiamando a collaborare esponenti della vita sociale e culturale di Intra e Pallanza. Negli anni ‘20 Verbania era diventata patrimonio dell’intera comunità. Indicativo un titolo del settimanale socialista “L’Aurora” sull’occupazione delle fabbriche dell’11 settembre 1920 «Negli stabilimenti di “Verbania”».
L’accordo preliminare al varo del decreto fu avviato nel 1938 dal podestà di Pallanza, Giovanni Albasini, e dal commissario prefettizio di Intra, Domenico Campanelli. La scelta del primo podestà fu ritardata dalla rivalità che aveva opposto le due comunità per secoli. Campanelli rimase in carica fino al 7 gennaio 1941 quando la scelta cadde sull’avvocato pallanzese Ernesto Pirola, dimessosi a settembre 1944 perché contrario alla scelta di Intra per la costruzione d’un sanatorio che riteneva nocivo all’immagine turistica della città. Gli subentrò l’industriale intrese Enrico Albertini che rimase in carica fino al 2 maggio 1945 per lasciare il posto al primo sindaco di Verbania, Vincenzo Adreani, indicato dal Cln.
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