IL RAGGIRO
«Qui servizio antifrode». E svaniscono 30mila euro
Truffa telefonica ai danni di un’anziana a Verbania. La polizia recupera 21mila euro

Convinta di essere stata contattata dal Servizio antifrode Poste info che l’avverte di operazioni sospette sul suo conto corrente, clicca sul link consigliato e segue le procedure per collegarsi ad un sedicente funzionario della Polizia postale che la convince ad effettuare d’urgenza un bonifico per mettere in sicurezza i suoi risparmi. Al termine della prima telefonata, la vittima, è stata contattata dal numero fisso di un Comando provinciale dei carabinieri fuori provincia. Un finto maresciallo dell’Arma la informava di una indagine in corso per prevenire frodi da funzionari disonesti di Poste italiane.
BONIFICI E RICARICHE PER 30MILA EURO
Presa dal panico, rassicurata dai numeri telefonici comparsi su internet, la donna seguiva i consigli dei truffatori che le stavano svuotando il conto tenendola al telefono più di 4 ore per impedirle di contattare i familiari. Seguendo le istruzioni accreditava, in due filiali di Poste italiane e in una di un istituto di credito 30.000 euro di bonifici e due ricariche postpay sui conti indicati dai truffatori.
L’INTERVENTO DELLA POLIZIA
Solo l’intervento della Polizia di Stato, allertata da un familiare che non riusciva a mettersi in contatto perché il cellulare era sempre occupato, ha consentito alla malcapitata di recuperare 21.000 dei 30.000 euro che le erano stati sottratti con la collaborazione del Servizio antifrode di Poste italiane, quello vero.
GLI ALTRI CASI NEL VCO
Quello andato parzialmente a segno non è il solo tentativo verificatosi in questi giorni. La Polizia di Stato, dopo recenti episodi verificatisi a Verbania, Omegna e Domodossola fornendo alcune informazioni per prevenire tentativi di truffa: mai fornire il numero di conto corrente, Pin, o altre informazioni per telefono. Chiedere sempre conferma di parlare effettivamente con un funzionario di polizia al primo sospetto, non effettuare bonifici, interrompere immediatamente la chiamata e contattare le forze dell’ordine vere oppure il 112.
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