L’APPELLO
«Altre indagini per Manuel»
La famiglia Cantisani chiede che si accerti la verità sulla morte del ragazzo davanti a una discoteca

«L’inchiesta non può chiudersi così, ci sono ancora troppi punti da chiarire. Non ci rassegniamo, lanciamo anzi un appello alla Procura di Busto Arsizio affinché vada fino in fondo»: i genitori di Manuel Cantisani - il cardanese morto la notte del suo 28° compleanno, il 20 maggio 2018, davanti a una discoteca - hanno già presentato l’opposizione alla richiesta del pubblico ministero. Il gip Piera Bossi ha fissato l’udienza in camera di consiglio a ottobre e in quella sede deciderà se archiviare il caso, disporre nuovi accertamenti o formulare l’imputazione coatta a carico di due ragazzi che quella notte rimasero, in qualche modo, coinvolti nel pestaggio tra due contendenti che Manuel aveva cercato di sedare.
A parere degli inquirenti il ventottenne perse l’equilibrio, cadde a terra e picchiò la testa contro un palo della luce rotto. Nessun colpevole quindi. La mamma e il papà di Manuel però non vogliono che l’attenzione investigativa cali e hanno affidato il loro sfogo alla Giesse risarcimento danni, società che tutela le vittime di incidenti o disastri, uno su tutti il crollo del ponte Morandi di Genova. Che muove rilievi sul metodo usato dagli inquirenti per accertare i fatti.
«L’intera scena che ha portato alla morte di Manuel era stata ripresa dalle telecamere della discoteca ma i filmati, inspiegabilmente, non sono mai stati acquisiti in originale, bensì registrati tramite cellulare dal monitor di un computer, in modo artigianale e privo di prassi perché così il filmato ha perso moltissima qualità e non ha potuto chiarire le cause della tragedia», spiega Andrea Rubini della Giesse. «Le conclusioni della consulenza medico legale avvalorano la nostra convinzione. Alcuni dei periti nominati dalla procura hanno rilevato correlazione causale con la dinamica dell’incidente ed esiti compatibili con l’investimento del pedone, riverso al suolo, schiacciato e con la testa compressa tra due auto», fa notare ancora Rubini.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Manuel la sera del suo compleanno si lasciò convincere a lasciare un locale di Castelletto Ticino per raggiungere in discoteca a Vergiate la ragazza dell’amico. I due avevano litigato e lui voleva trovarla e fare chiarezza. Arrivati sul Sempione, videro che la donna era in compagnia di un parente: tra l’amico e l’altro uomo scoppiò una lite. Manuel intervenne, un altro ragazzo vide coi propri occhi la testa del ventottenne finire schiacciata tra due auto. «Chiediamo che nessun elemento venga tralasciato, che ci sia un supplemento di indagini», concludono i familiari, assistiti dall’avvocato fiduciario della Giesse Lorenzo Sozio.
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