Vi racconto l’ecostoria di Varese
Luigi Zanzi il 5 giugno al Salone Estense
Se la storia di Varese la conosciamo (quasi) tutti, la sua ecostoria certamente no. Non è un caso che ad occuparsene sia Luigi Zanzi, 74 anni, avvocato e grande uomo di cultura varesino, profondo conoscitore delle Alpi, capace di scalare le montagne sia in senso figurato che nella realtà, abituato a vedere le cose da punti di vista inediti e interessanti. Come questo: rileggere la catena di avvenimenti che ha determinato la realtà varesina a partire dalla conformazione del suo territorio.
Spiega Zanzi: «Varese nella Preistoria era una grande palude sempre allagata dal Vellone, in cui svettava una corona di colline: su quelle si sono formate delle castellanze che hanno avuto poi bisogno di unirsi per esigenze di religione, giustizia e mercato. Così, a partire da questo federalismo territoriale, nell'VIII secolo è nato il borgo cittadino». Questa, in estrema sintesi, è la chiave di lettura del volume stampato pochissimi giorni fa e intitolato «Varese e dintorni nelle terre dell'Alta-Insubria. Problematiche di metodo in prospettiva eco-storica».
Edito dalla Insubria University Press, pur essendo il quinto a vedere la luce in ordine di tempo, il volume di Zanzi va a posizionarsi come primo dei nove del colossale progetto della «Storia di Varese». Che è stato avviato nel 2004 dal Centro internazionale di ricerca per le storie locali e le diversità culturali, per raccontare in 5400 pagine la Città Giardino dalla protostoria all'epoca contemporanea. Sono già stati pubblicati: «Varese nelle antiche stampe (XVII-XIX secolo)», «Storia dell'Arte a Varese e nel suo territorio», «Il Monastero di Santa Maria del Monte sopra Varese», «Varese, una provincia con la cultura dello sport». Entro l'anno uscirà il volume sull'archeologia romana curato dal professor Maurizio Harari.
Il lavoro di Luigi Zanzi, 470 pagine divise in sette capitoli, con un ricco apparato fotografico e iconografico (in vendita a 65 euro nelle librerie varesine e nella sede dell'Insubria University Press in via Ravasi 2), è dunque il vero avvio della collana. E contiene una riflessione metodologica generale: a parte il concetto di ecostoria tanto caro allo studioso, che all'università di Pavia insegna Teoria della storia, si delineano infatti i vari criteri con cui la storia cittadina è affrontata nei nove volumi. «Questo è anche un libro duro - dice Zanzi - che nasce non per un puro interesse culturale ma per esigenze concrete legate ai problemi della città. Quello che voglio sottolineare è che la tanto declamata vocazione in industriale di Varese non è vera, l'ecostoria dimostra che non c'erano a Varese le premesse perché diventasse una terra di industria come le concorrenti Busto Arsizio e Gallarate. C'era invece, legata all'ambiente naturale, una vocazione al turismo e al verde che le amministrazioni non hanno saputo valorizzare».
Il professore fa due esempi di tematiche di attualità da lui trattate. Il primo è su Varese Città Giardino: «Poteva diventare la più bella d'Europa invece la politica edilizia degli anni Sessanta ha distrutto tutto». Il secondo tocca il concetto di Varese città universitaria: «Anche questa era una grande vocazione che però sta scomparendo: ci sono tanti meravigliosi palazzi in centro che potrebbero diventare collegi universitari invece si è scelto di portare il campus in periferia. È una scelta che non condivido e che non ha nessun senso sociale e trasforma la nostra università in un piccolo post liceo di provincia».
L'opera viene presentata mercoledì 5 giugno alle 18 al Salone Estense di Varese (via Sacco 5): con Zanzi, dopo un saluto del sindaco Attilio Fontana, intervengono Claudia Storti Storchi, direttore scientifico del Centro di ricerca dell'Università dell'Insubria, lo storico Giuseppe Armocida, l'architetto e designer Riccardo Blumer, che insegna all'Accademia di Architettura di Mendrisio. Durante l'incontro Paolo Zanzi proietta alcune sue fotografie del paesaggio della provincia e il pittore Antonio Pedretti, di Gavirate, autore di splendide vedute del lago di Varese, dipinge dal vivo, in diretta davanti al pubblico, un quadro sul paesaggio prealpino.
© Riproduzione Riservata