LA STRADA
Via Roma, via... un’altra bottega
Chiude anche Senso Unico 13i: calo di vendite drastico e condizioni avverse

Non solo un negozio di scarpe entro fine anno e una para farmacia da due mesi. La centralissima via Roma resterà presto orfana anche di un negozio d’abbigliamento abbastanza ampio da occupare due vetrine e una bacheca per l’esposizione degli accessori.
Si avvicina al capolinea infatti la boutique “Senso Unico 13”, che chiuderà con l’inizio del nuovo anno, dopo avere approfittato del Natale per liquidare la merce a prezzi scontatissimi. Già oggi i ribassi raggiungono il 70%.
La titolare Pamela Riganti preferisce non rilasciare dichiarazioni, tanta è l’amarezza a bilancio di cinque anni in proprio nel cuore di Busto, nell’arteria in cui il commercio più stenta.
Non aggiungerebbe molto a quanto ha già dichiarato Stefano Esposito, altro proprietario di recente costretto alla stessa scelta con un negozio di scarpe, aperto poco più avanti sempre su via Roma e chiuso nel giro di sei mesi a smentire le pure circostanziate e promettenti analisi sul potenziale della città e del suo centro, rivelatesi invece per nulla aderenti alla realtà dei fatti.
A quella versione, sposata appieno, Riganti aggiunge di avere assistito a un calo di vendite drastico e drammatico da un anno a questa parte.
È proprio il 2018 ad averla convinta, in aggiunta agli stenti precedenti, tutto sommato sopportabili, a chiudere le serrande una volta per tutte. Anche per lei, oltre al rammarico, ci sono un ricordo e un’opinione di Busto che certo non invoglieranno nessuno a tentare di avere proprio qui maggior fortuna.
Senza alcuna volontà di indicare né tanto meno dettare ricette, l’impressione che se ne deriva, nonché l’immagine letteraria da lei stessa utilizzata è quella di una “lotta contro i mulini a vento”, rappresentativi di condizioni avverse quali: grandi centri commerciali proliferanti a breve distanza per ogni dove; proverbiale e molto radicata propensione dei bustocchi di spendere altrove i propri soldi per non dare nell’occhio; scarsa incisività delle iniziative destinate a richiamare i consumatori in centro.
Quali che siano i motivi, certo è che due vetrine vuote s’andranno ad aggiungere, tempo un mese, alla desolazione di altre in un lembo del centro storico tra i più problematici per il commercio: oltre ai due casi già citati, è da ricordare come da un anno siano rimasti vuoti altri due negozi d’abbigliamento, gli ex Roma e Liujo; in più, un altro all’imbocco di via Cardinal Tosi pare intenzionato a trasferirsi altrove, lontano da quell’incrocio di strade poco battute che forma una sorta di triangolo delle Bermuda per il commercio bustocco.
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