IL CASO
Tiro a segno, gatto ferito
Micio colpito con un’arma ad aria compressa. E ad Arcisate due felini accompagnano chi si incammina verso la vetta del Crocione
Quando non riusciva più a salire sulla credenza, la sua padrona ha creduto fosse colpa della vecchiaia. «Caro Oliver, ormai hai tredici anni. Sei un vecchietto e avrai le anche stanche». E così, di fronte al micio “anziano” che, a tutti i costi, voleva salire sul mobile preferito, è arrivato l’aiuto di una sedia, utilizzata come piano intermedio.
Poco tempo dopo, però, il gatto nero a pelo lungo doveva effettuare una vaccinazione e, così, già che si trovava dal veterinario, la padrona ha chiesto un controllo agli arti, per capire se davvero fossero solo acciacchi.
Il veterinario, a quel punto, ha effettuato la tradizionale palpazione e, una volta arrivato alla zampa destra inferiore, ha osservato: «Qui c’è qualcosa di strano». Nella zampa era conficcato un piombino. Da giorni Oliver conviveva con questa sorta di “pallottola”. Dopo la scoperta l’animale p stato operato, il piombino è stato rimosso.
A quel punto, sono iniziati gli interrogativi, che dovrebbero preoccupare un po’ tutti i proprietari di gatti. Chi ha sparato a Oliver? E perché? «Noi abitiamo nel centro storico, in via Roma – spiega la padrona – e il nostro gatto gira spesso nei dintorni e tutti lo adorano. Però, probabilmente, qualcuno gli ha sparato con una pistola o una carabina ad aria compressa». Ma soprattutto: si tratta di un caso isolato, oppure a Viggiù c’è chi si “diverte” facendo il tiro a bersaglio sui gatti?
E non è nemmeno la prima volta purtroppo, dato che a settembre a Castellanza un altro gatto era stato preso di mila e impallinato.
Due mici come guide nella salita al Crocione
Chi volesse raggiungere il Crocione, a Brenno Useria può trovare due “guide” davvero singolari. Si tratta di due gatti che vivono alla base della collina dove si trova il Santuario della Madonna d’Useria.
Hanno un proprietario che li accudisce e dà loro da mangiare ma, vivendo all’aperto, sono stati adottati un po’ da tutti gli abitanti del quartiere. Di più: non appena qualcuno arriva e si incammina verso la vetta, i due mici saettano davanti e “accompagnano” il passeggiatore lungo il sentiero che parte fra via delle Fornaci e via San Michele Arcangelo.
Insomma, la coppia di felini bianchi brennesi, rappresentano l’esatto opposto dello stereotipo del gatto, un animale considerato indipendente, schivo e solitario. Al contrario, loro, anche con gli estranei, sono molto estroversi. Basta una coccola, mezza carezza e subito l’accoppiata è pronta a partire per la salita.
Come due guide, indicano la strada, segnano il tragitto e, passo dopo passo, portano il viandante in cima alla montagna.
Certo, ogni tanto si concedono una pausa o un balzo sugli alberi e i rami e, ogni tanto, bisogna richiamarli ma, alla fine, riprendono il cammino fino alla cima del Crocione.
Per poi scendere, ancora una volta, tutti assieme fino al ritorno al “campo base”.
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