SCHIANTO SUL CAMPO DEI FIORI
Virata fatale
I periti in tribunale ricostruiscono la tragedia del 17 marzo 2007 che costò la vita a Francesco Tamburini
“L’errore non fu tanto nella manovra di sgancio, quanto nell’aver virato in un momento in cui l’aliante era ancora collegato al velivolo che lo trainava. Un errore umano, del pilota dell’aliante, rispetto al quale il pilota dell’aereo non potè fare nulla, tanto è vero che il suo mezzo precipitò sul Campo dei Fiori quasi in verticale: lo strappo ne rallentò infatti troppo la velocità, che già non era elevata e vicina a quella di stallo”. L’hanno detto in aula giovedì 24 novembre i periti della Procura nel corso di un’udienza del processo sull’incidente aereo del 17 marzo 2007, giorno in cui un piccolo velivolo precipitò sul Campo dei Fiori provocando la morte del pilota Francesco Tamborini. L’imputato è il 37enne Valerio Fusetti, che quel pomeriggio era alla guida dell’aliante trainato in quota dall’aereo, accusato di omicidio e disastro colposo. E i periti, il generale in pensione Giampaolo Canattieri e il colonnello Aldo Carlo Rossi, anche lui in pensione, specialisti delle indagini sui sinistri di volo, non hanno avuto dubbi, come detto, nel rispondere alle domande del pm Agostino Abate davanti al Tribunale collegiale presieduto da Anna Azzena. Per loro Fusetti non sganciò l’aliante, per sbaglio o per qualche altro problema (il sistema di sgancio funzionava comunque benissimo), ma il suo “vero” errore sarebbe stato quello di procedere ugualmente alla virata a destra prevista dal manuale dell’Aeroclub “Adele Orsi” di Calcinate del Pesce. La corda di traino si tese e si spezzò, ma l’effetto “vela” dell’aliante sull’aereo fu fatale per Tamborini.
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