MONOGRAFIA
Vittore Frattini: a 80 anni vivo felicemente insoddisfatto

«Ha scritto proprio giusto Flaminio Gualdoni: io vivo sempre felicemente insoddisfatto. Fa parte della mia natura»: eccolo Vittore Frattini, un giovane di 80 anni che è ancora capace di sperimentare e non esita, nonostante la sua autorevolezza, a rimandare una mostra perché «la scultura che ho in mente deve essere di più: ho già pronto un bozzetto ma devo avere il tempo di svilupparlo con altre dimensioni e ambizioni».
Eccolo Frattini, che dice: «La tua voce in fondo l’hai già nei primi lavori, sei già tutto lì, poi impari a modularla e farla arrivare in alto». Perché è in alto che l’artista guarda, sempre: «Basta alzare gli occhi al cielo per trovare i colori, le linee che io percorro nelle mie opere». Le linee... La scia lasciata da un aereo è simbolo di libertà e sublimata si fa arte. Il profilo del Sacro Monte lo ha immortalato solo in una delle prime tele giovanili, ancora figurative, ma è anch’esso tra le linee del cuore di questo protagonista così profondamente legato alla sua città.
Una città che ha risposto con affetto alla chiamata di Max, figlio di Vittore con Sara e Paolo, che lo ha voluto festeggiare poco prima di Natale in una bella serata a Villa Panza. Erano presenti tanti amici, collezionisti, artisti: «Ho visto molta gente che mi vuole bene».
E anche rappresentanti delle istituzioni, dal Comune alla Regione, con le quali Frattini ha sempre saputo dialogare con garbo, senza mai pensare che a chi si chiama come il Liceo artistico di Varese (intitolato a suo padre Angelo, grande scultore) forse qualcosa potrebbe anche essere dovuto.
Invece no: Vittore è un uomo riservato e gentile e la voce la alza solo nel suo lavoro, nelle sculture pubbliche (come «Grande Volo» per Malpensa del 2002 o il monumento a Giovanni Borghi alla rotonda dello Stadio del 2001) e nei suoi «Lumen», tele lunghe e strette di varie dimensioni in cui sono protagonisti i colori e le linee.
Una importante monografia Skirà, Frattini se l’era meritata già nel 2002. Ora, pubblicato da Nomos di Busto Arsizio, è uscito «Nulla dies sine linea» (pagg. 352, 40 euro, nelle librerie e su Amazon), pensato e curato da Max Frattini, con una presentazione di Philippe Daverio, per testimoniare la lunga produzione del maestro con contributi di artisti, poeti, giornalisti che ne hanno seguito il percorso. Come per esempio Piero Chiara, Renato Guttuso, Mario Luzi, Vanni Scheiwiller, Giuseppe Panza, Flaminio Gualdoni o Vittorio Sgarbi. Il titolo, una frase dell’antico pittore Apelle, significa: nessun giorno senza una linea...
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