IL BEL SEGNALE
Voglia di agriturismo
Grignani: «Forte ripresa, largo ai prodotti tipici»

Pur in una terra a vocazione fortemente industriale, suona strano, ma è piacevole sapere, che in provincia di Varese ci siano una novantina di agriturismi sparsi un po’ in tutte le campagne del territorio. Si tratta per lo più di realtà famigliari, che hanno unito l’impegno nei campi e nelle stalle a quello sul fronte dell’accoglienza e della ristorazione e che, dopo i mesi difficili della pandemia, ora hanno vissuto una stagione positiva. L’analisi è emersa ieri, mercoledì 9 novembre, durante la presentazione dell’iniziativa “Le vie del riso Carnaroli” avvenuta all’agriturismo Ronco di Casarico, a Casciago.
«FORTE RIPRESA»
«Si è registrata finalmente una forte ripresa - ha detto Massimo Grignani, presidente regionale dell’associazione Terranostra, che ha organizzato la presentazione con Coldiretti, - che ha toccato tutte le zone in cui si trovano le realtà agrituristiche: ovvero sul Lago Maggiore, grazie ai turisti stranieri oppure nell’area vicino a Milano, che ha un altro tipo di clientela. Quello che è cambiato è, per esempio, il modo di prenotare, spesso all’ultimo minuto e talvolta con degli annullamenti dovuti al Covid. Inoltre, grazie ai Mondiali di canottaggio abbiamo avuto un pienone», ha confermato Grignani.
PROBLEMA SICCITÀ
«Come contraltare, invece, l’estrema siccità ha causato dei problemi all’agricoltura e all’allevamento: in tanti, per esempio, hanno macellato in anticipo e l’aumento dei costi ha inciso parecchio sulle aziende, anche se, fortunatamente, gli agricoltori sono abituati a non mollare».
Anzi, recentemente, si è notato come il settore primario abbia intercettato diversi nuovi imprenditori giovani, che hanno dato nuovo slancio. «Da un punto di vista agricolo», ha aggiunto Grignani, «il Varesotto non può sembrare fortissimo, invece ci sono tantissimi prodotti di nicchia. Anche se si parla sempre e soltanto di Formaggella del Luinese, del Miele varesino, degli asparagi di Cantello e delle pesche di Monate, ne esistono molti altri. Penso a vari salumi, oppure all’Appena munto, un formaggio caseificato appena dopo la mungitura. Ma possiamo citare anche la semplice insalata. Questi prodotti devono trovare sempre più spazio nella ristorazione e, con Coldiretti, stiamo lavorando in tal senso. I marchi come la Dop sono riconoscimenti positivi per tutti ma, oltre a questo, serve sviluppare una coscienza che vada oltre la logica industriale, ma tenda a seguire più quella della stagionalità dei prodotti, così come avviene negli agriturismi e anche alcuni ristoranti».
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