NETTEZZA URBANA
Vola la differenziata
Osservatorio rifiuti: la buona raccolta in provincia supera il 76%. Quattro Comuni oltre il 90%

Sembrano lontanissimi i tempi dei cassonetti collettivi in mezzo ai paesi, dei sacchi di immondizia gettati senza distinzioni. Secco, organico, vetro: tutto alla rinfusa.
E sembra preistoria quel 1993, quando fu varata la legge regionale che si dava entro quattro anni un traguardo allora ambizioso: il 25% per cento di raccolta differenziata.
Oggi la maggior parte dei 139 Comuni del Varesotto veleggia oltre quota 76%, in costante crescita, con una media superiore a quella lombarda e nazionale, anche se ci sono ancora margini di miglioramento.
I dati del 2018 sono stati presentati a Villa Recalcati dal presidente della Provincia Emanuele Antonelli e dal consigliere provinciale delegato all’Ambiente Simone Longhini, in occasione della Settimana europea per la riduzione dei rifiuti.
Al primo posto svetta Ranco con 94,5% di differenziata, all’ultimo Duno con il 63,7%, anche se l’esiguità degli abitanti rende minore l’impatto di questi due estremi. Di sicuro a salire sul podio senza se e senza ma è la Convenzione di Sesto Calende, che piazza i primi Comuni virtuosi, tutti sopra l’88%: fino all’anno scorso nella galassia si contavano una ventina di amministrazioni, di giorno in giorno in aumento.
«Di sicuro la differenziata in tutta la provincia di Varese continua a crescere - sottolinea Simone Longhini -: siamo passati dal 75,5% del 2017 al 76,3% del 2018, con un ottimo quarto posto in Regione dopo Mantova, Cremona e Brescia, quindi prima di Milano. Dati molto importanti, con vette di eccellenza come i quattro Comuni sopra il 90%, Ranco, Bardello, Mercallo e Vergiate. Altri 50, inoltre, sono fra l’80 e il 90%, segno che il grande lavoro fatto in questi anni è servito».
Aumentano anche le candidature alle “famiglie sballate”, quelle che vivono senza plastica. E questo nonostante i criteri richiesti per aderire al progetto siano molto stringenti in fatto di consumi responsabili, dalle borracce allo stop ai regali con troppi contenitori: eppure, diciamocelo, la moda stessa che si diffonde è un doppio successo perché incrementa i risultati virtuosi unendo il piacere di una sfida etica. Enti e privati nella stessa direzione.
«Sempre più centri rispettano questi parametri virtuosi, alcuni sfiorano il 100% di riciclo - ribadisce il presidente della Provincia Antonelli, che è anche sindaco di Busto Arsizio -. Il plauso più grande va a sindaci e ai tecnici degli uffici che aiutano i cittadini a diffondere le buone prassi».
La medaglia d’oro va alla Convenzione di Sesto: «I venti aderenti del 2018 hanno vinto grazie al successo della raccolta quindicinale dell’indifferenziato con il chip Rfid che identifica i titolari - spiega Silvia Colombo, funzionario dell’Osservatorio provinciale rifiuti -. Qui tra l’altro si è evitato anche un rischio potenzialmente correlato e cioè il boom di ingombranti nelle isole ecologiche. Cosa non avvenuta, per di più in località turistiche e quindi più esposte. Buona prova anche di Coinger, che però non ha ancora attuato la tariffa puntuale, ma ottiene ottimi risultati dai controlli del sacco viola, spesso con bolli di non conformità e comunicazioni personalizzate agli utenti non in regola».
Fra gli addetti ai lavori si nota entusiasmo e quasi stupore pensando al punto di partenza: «Da tanti anni si parla di obiettivo 65%, ampiamente superato - sottolinea l’altro funzionario, Michele Giavini -. Bisogna ammettere che il calcolo è cambiato in base al nuovo metodo e il balzo in avanti è leggermente sovrastimato, ma siamo già in linea con i parametri futuri della Ue, sempre più attenti alla qualità dei rifiuti. Per esempio conterà anche quanto effettivamente verrà riciclato». Una nuova sfida per tutti.
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