Siria
Siria, la Casa Bianca accusa Assad di preparare un nuovo attacco chimico
"Pagherebbe altissimo prezzo". Mosca: minacce inaccettabili
Washington, 27 giu. (askanews) - Il presidente siriano Bashar al Assad starebbe preparando un altro attacco con armi chimiche, in grado di provocare un "omicidio di massa" di civili. E' il monito lanciato dalla Casa Bianca, che ha avvertito che il regime di Damasco pagherà un "prezzo molto alto" se dovesse effettivamente agire in tal senso. Un poco velato monito che ha spinto il Cremlino ha condannato le "inaccettabili minacce" degli Stati Uniti contro il regime siriano.
Secondo la Casa Bianca, ci sono preparativi simili a quelli avviati dal regime di Assad prima del sospetto attacco chimico contro Khan Sheikhun, una città controllata dai ribelli, lo scorso aprile. Nei giorni successivi Washington lanciò un raid di rappresaglia contro la base aerea siriana da dove l'attacco chimico era stato lanciato.
Quell'assalto, con 59 missili Tomahawk, segnò il primo attacco diretto americano contro il regime siriano e la più drammatica azione militare da quando Trump ha assunto a gennaio la guida degli Usa. Portò inoltre a un inasprimento dei rapporti tra Washington e Mosca, che accusò gli Stati Uniti di violazione delle leggi internazionali. La Russia ha sostenuto, dal 2015, il regime siriano con attacchi aerei contro i fondamentalisti islamici.
"Gli Stati Uniti hanno identificato potenziali preparativi per un altro attacco con armi chimiche da parte del regime di Assad che provocherebbe un omicidio di massa di civili, compresi bambini innocenti", ha spiegato il portavoce Sean Spicer in una nota. Il comunicato, lungo due paragrafi, non ha fornito prove per suffragare un "wording" così allarmante.
"Le attività sono simili ai preparativi fatti dal regime prima dell'attacco con armi chimiche del 4 aprile 2017", recita il comunicato. Il sospetto attacco su di Khan Sheikhun - per cui il regime di Assad puntò il dito contro i ribelli - si concluse con la morte di almeno 87 persone, compresi molti bambini, e le foto delle vittime e dei feriti sofferenti provocarono sdegno globale;
il Dipartimento di Stato americano parlò di crimini di guerra.
Responsabili del Dipartimento di Stato normalmente coinvolti in un annuncio come il monito di ieri contro la Siria hanno spiegato di essere stati colti di sorpresa, come ha scritto il Los Angeles Times.
Il segretario alla Difesa britannico, Michael Fallon, ha spiegato questa mattina alla Bbc che darebbe supporto a un'azione militare americana in caso di attacco chimico in Siria. "Come sempre in un conflitto, l'azione militare che si usa deve essere giustificata, legale, proporzionata, necessaria. Nell'ultimo caso lo fu", ha analizzato Fallon, "Se gli americani decidessero ancora un'azione simile, voglio essere molto chiaro: la supporteremmo".
In una prima reazione da Mosca, Franz Klintsevich, vice presidente della Commissione Difesa della camera alta del parlamento russo, ha affermato che il monito americano preannuncia un nuovo attacco contro le forze siriane sotto il pretesto di presunti preparativi per un attacco chimico. "Questo è chiaro. Una provocazione cinica e senza precedenti è in corso", ha affermato Mosca. Poi il Cremlino, tramite il portavoce Dmitri Peskov, ha condannato le "inaccettabili minacce" degli Stati Uniti contro il regime siriano.
Assad, sostenuto dalla Russia, ha smentito con forza l'accusa che le sue forze abbiano utilizzato armi chimiche contro la città ad aprile, descrivendola "un'invenzione al 100 per cento". Ha ripetuto più volte che le sue forze hanno consegnato nel 2013 tutti gli arsenali di armi chimiche nel 2013, in base a un accordo mediato dalla Russia per evitare la minaccia di azioni militari americane. L'accordo fu successivamente sancito in una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
Il segretario Jim Mattis aveva però dichiarato in precedenza che non c'era "alcun dubbio" che la Siria avesse veramente usato armi chimiche. Anche l'esercito di Israele ha fatto sapere di avere prove che il regime di Assad possieda ancora armi di questo tipo.
"Come abbiamo precedentemente affermato, gli Stati Uniti sono in Siria per eliminare lo Stato Islamico in Iraq e nella stessa Siria", ha aggiunto Spicer nel suo comunicato, "Se "Se comunque Assad conducesse un altro attacco utilizzando armi chimiche, lui e il suo esercito pagherebbero un prezzo molto alto".
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