IL MERCATO
Varese punta su Tyler Cain
Quasi fatta per il centro poco appariscente e tutta sostanza. E si riavvicina Pelle
La Pallacanestro Varese ha individuato il centro titolare della stagione 2017-18: Tyler Cain non è solo in cima alla lista degli obiettivi della società di piazza Monte Grappa ma è dato a breve in arrivo nella città giardino per l’accordo: il ventinovenne centro statunitense (2,03 metri per 107 chili) si sposa perfettamente alla descrizione del giocatore affamato e motivato che Claudio Coldebella e Attilio Caja cercano per completare il mosaico biancorosso.
Il lungo laureatosi nel 2010 a South Dakota University è un veterano dei campionati europei, con sette stagioni di “pellegrinaggio” tra Lettonia e Francia (nelle ultime tre annate titolare nella Pro A transalpina: 9,9 punti, 7,2 rimbalzi e 1,0 stoppate nell’ultima stagione allo Chalons-Reims).
A differenza di Antabia Waller e del potenziale play titolare Cameron Wells, col quale prosegue a oltranza la trattativa per provare a convincere l’ex Giessen a sposare la causa biancorossa, il giocatore del 1988 ha già all’attivo un’esperienza italiana: nel 2013/’14 ha giocato in DNA Gold (corrispondente all’attuale A2, ma nella vecchia versione a sedici squadre) a Forlì, chiudendo con 17 punti, 11 rimbalzi e 2,3 stoppate di media.
E proprio il richiamo del ritorno in Italia sarebbe la molla decisiva per far scattare la scintilla tra Varese e Cain: l’accordo è ancora da perfezionare, ma se dovesse arrivare la chiusura in tempi rapidi - l’intesa di massima è stata raggiunta, si aspetta solo la firma - per il club biancorosso sarebbe un affarone visto un ingaggio che sarebbe poco sopra la metà dell’accordo del 2016/’17 con O.D. Anosike.
Cain è un giocatore poco appariscente ma di grande sostanza, conosciuto per le sue doti di difensore ed agonista, doti perfette per le necessità di coach Caja. E soprattutto per le sue qualità umane da uomo-spogliatoio che potrebbero farlo individuare come l’erede di Kristjan Kangur per la capacità di leadership nel guidare il gruppo in allenamento.
Certamente Cain non è un elemento di grande impatto offensivo (in sette stagioni in Europa solo tre volte in doppia cifra: ai Barons Riga nel 2012-13, l’anno successivo a Forlì e nel 2015-16 in Francia a Digione); ma la scelta - in caso di fumata bianca di una trattativa comunque molto ben avviata - sarebbe in funzione di un giocatore di squadra che sa esaltarsi nel clima da battaglia. E che alla luce della mobilità e del tocco comunque discreto dalla media distanza (meglio in movimento che in lunetta, 62% lo scorso anno e 52% nel 2015-16) potrebbe anche giocare qualche minuto in coppia con Norvel Pelle.
A oggi, infatti, le chance di conferma del centro caraibico paiono in netto rialzo: le prestazioni alla Summer League di Orlando non hanno acceso particolari interessi NBA e, così come già accaduto con Sassari, anche Avellino è intrigata dal giocatore ma dissuasa dai 75mila euro di buyout da versare nelle casse di Varese, e la NBA escape che l’agenzia vorrebbe inserire in ogni pluriennale propostogli dall’estero (compreso quello dalla Turchia di cui si parlava qualche settimana fa), avrebbe analogo effetto deterrente. Con Cain ai dettagli, Wells sempre in trattativa e Pelle che si riavvicina, mancherebbe all’appello solo l’ala piccola: se firmeranno il pivot e il play statunitensi sarà giocoforza un europeo o un “Cotonou” alla Eyenga, molto difficilmente il congolese, più probabilmente un giocatore maggiormente votato all’attacco, in ogni caso un altro “affamato e motivato” stile Waller, Cain e, auspicabilmente, Wells.
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