Governo
30 slides per 30 mesi di governo, Renzi: numeri non chiacchiere
"Ognuno si faccia sua opinione, ma basta odio e bugie"
Roma, 31 ago. (askanews) - Trenta slides per 30 mesi, per paragonare la situazione di partenza all'insediamento del governo Renzi - appunto 30 mesi fa - e quella attuale. Matteo Renzi risponde così alle critiche delle opposizioni e al "bombardamento di numeri, statistiche, cifre", tanto che "sembra impossibile conoscere la verità". Soprattutto sulla rete, "meraviglioso strumento di conoscenza e libertà" ma al tempo stesso "piena di insidie e di seminatori di odio e di bugie".
La risposta è in trenta slides su diversi argomenti, che mostrano il dato al febbraio del 2014 e quello 30 mesi dopo: "Poi ognuno si fa una propria opinione. Ma i numeri sono chiari. Le cifre non mentono", scrive il premier nella sua e-news. E allora "come stavamo prima dell'arrivo del nostro governo, come stiamo adesso. I numeri, non le chiacchiere. Ovviamente c'è ancora molto da fare: l'Italia deve lavorare sodo, deve lavorare duro. Ma credo sia giusto che ciascuno si faccia un'idea partendo dalla realtà dei fatti, dalla realtà dei numeri".
Ormai un marchio di fabbrica della comunicazione di Matteo Renzi, le slides hanno una grafica molto semplice: tema della slide, e sotto due calendari: Ieri e Oggi, con i numeri. Sotto la fonte dei dati, e poi lo slogan: "Governo Renzi: numeri, non chiacchiere". La prima slide va sul tema più caldo, il numero degli occupati. I dati sono quelli Istat, e dicono che "ieri" erano 22 milioni 180mila, "oggi" 22 milioni 765 mila. Poi si passa alla disoccupazione: dal 13,1%% all'11,4%; quella giovanile dal 43,6% al 39,2%. Le ore di cassa integrazione scendono invece a 1 miliardo 115milioni a 677 milioni. Poi i dati macroeconomici: il Pil passa dal -1,9% al +1%°; il rapporto deficit/Pil dal 3% al 2,4%, mentre non c'è una slide per il rapporto debito/Pil. Gli interessi sui titoli di Stato decennali scendono invece da 3,74 all'1,14%.
Poi un blocco di slides sulle misure fiscali del governo: 10,4 milioni di italaini che ricevono gli 80 euro, e 19 milioni di famiglie che non pagano più la tassa sulla prima casa. Sul fronte del recupero dell'evasione, da 13,1 miliardi si è arrivati a 14,5. Mentre il canone Rai scende a 100 euro da 113.
Sul fronte dell'economia reale, si ricordano i mutui erogati: valevano 19 miliardi, oggi si è arrivati a 49,8 miliardi. Oppure le auto prodotte in Italia: da 388mila a 675mila. Gli investimenti stranieri in Italia sono cresciuti invece da 12,4 a 74,7 miliardi. L'export agroalimentare passa da 29,9 miliardi a 36,8.
Si passa poi all'arretrato della giustizia civile: da 5,6 milioni di procedimenti pendenti a 3,8 milioni; all'indice di fiducia dei cittadini, che sale da 94,5 a 109,2; agli arrivi di turisti e ai visitatori di musei: rispettivamente da 50,2 a 53,3 milioni e da 38,4 a 43,3 milioni.
Dal punto di vista sociale, i fondi passano da 1,8 a 3,4 miliardi; le risorse per la sanità salgono a 111 miliardi da 106,4; quelle per la cooperazione internazionale da 232 milioni salgono a 432; i ragazzi che fanno servizio civile erano 896, sono diventati 35.673. I cantieri per l'edilizia scolastica valevano in tutto 220 milioni, oggi sono a 1 miliardo e mezzo.
E poi le riforme: i 42 milioni di fatture digitali, i quasi due milioni di dichiarazioni di redditi precompilate, il tetto massimo allo stipendio dei dirigenti pubblici. E l'ultima slide: tutti i titoli delle riforme approvate.
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