IN SCENA
A Besozzo il monologo di Cavalli contro la mafia
Appuntamento sul palco del Teatro Duse
Una giullarata che smonta la credibilità dei boss mafiosi con l’arma della risata: è un monologo accattivante quello che sarà presentato dall’attore Giulio Cavalli, nella serata di oggi, sabato 17 febbraio, alle 21 al Teatro Duse, nell’ambito della stagione teatrale organizzata dall’amministrazione comunale in collaborazione con Intrecciteatrali. Formatosi alla scuola di Dario Fo, oltre che interprete è anche autore del monologo in atto unico “Falcone e Borsellino e le teste di minchia” in cui sul palco improvvisa, con la sola presenza di un leggio accompagnato dalla musica jazz di Federico Rama alla chitarra. La vita di Cavalli è permeata da questa missione civile che porta nelle scuole e sviscera da giornalista. «Ma nasco teatrante - spiega - e con la recitazione riesco ad arrivare a più persone che, terminato lo spettacolo (questa è la mia soddisfazione), esce con uno sguardo diverso sul fenomeno mafioso che altri media mitizzano. Questo testo si potrebbe definire un antiracket culturale». «Ma non è forse che siamo tutti teste di minchia, noi che avevamo sognato di sconfiggere la mafia applicando la legge e parlandone dappertutto?», dirà Cavalli. Le mafie, come tutte le cose terribilmente serie, meritano di essere derise. Eppure, sono scomparse dal dibattito pubblico quando la realtà racconta una versione diversa. I mafiosi abitano tranquilli facendo finta di essere quieti cittadini, i cui nomi, però, è meglio non pronunciare. Non lo gradiscono. Sono goffi nelle loro intercettazioni, che verranno lette sul palco. Ridere della mafia è il miglior modo di neutralizzarla e tenere viva la memoria di Falcone e Borsellino, cui lo spettacolo è dedicato, portando avanti quella mai sopita esigenza civile di scoprire la verità nascosta ancora sulle stragi. Un’operazione culturale insolita quella di Cavalli perché ridere e ricordare è il miglior modo per cominciare a sconfigger i boss, «i quali - spiega - si rivendono come autorevoli, ma sono le uniche vere teste di minchia».
© Riproduzione Riservata