G7
Al G7 di Taormina rischio rottura sui cambiamenti climatici
Macron deve convincere Trump ad accettare gli accordi di Parigi
Roma, 24 mag. (askanews) - Il rispetto degli Accordi di Parigi sul clima sarà, con ogni probabilità, il tema "più complicato" in discussione al vertice del G7 a Taormina, venerdì e sabato prossimi. Una questione spinosa che, secondo quanto indicato da fonti dell'Eliseo, potrebbe addirittura impedire un comunicato finale condiviso sul tema. Le obiezioni sono tutte americane: Donald Trump, infatti, non ha ancora preso una posizione ufficiale sul rispetto dell'intesa, sottoscritta dal suo predecessore Barack Obama e più volte criticata dall'attuale presidente, prima e dopo il suo insediamento alla Casa Bianca.
La presidenza francese intende "coordinare le proprie posizioni con gli alleati europei anche più del solito". E se "la sfida è essere il più ambiziosi possibile sull'attuazione degli accordi di Parigi", è chiaro che sul clima si gioca la partita più difficile di tutto il vertice.
Emmanuel Macron fa dell'attuazione dell'Accordo di Parigi sul clima una delle priorità della sua agenda di politica internazionale e propugna sanzioni a livello europeo contro i Paesi che non rispettano le clausole ambientali degli accordi commerciali con la Ue. Il nuovo presidente francese ha chiesto a Donald Trump di non abbandonare e rispettare pienamente l'accordo raggiunto in Francia. Un tema così caro a Parigi e al nuovo inquilino dell'Eliseo, che Macron ha ritenuto opportuno parlarne al collega statunitense già durante la telefonata di congratulazioni che il tycoon americano gli ha fatto subito dopo la sua elezione. La Francia, hanno sottolineato fonti della presidenza, "non desidera che gli Stati uniti escano dagli accordi", perché questa "sarebbe una notizia pessima, con un probabile effetto a catena". E Macron lo dirà al collega statunitense anche prima del vertice di Taormina, in occasione del pranzo di lavoro tra i due capi di Stato previsto domani a Bruxelles a margine del summit della Nato.
Trump, da parte sua, non ha ancora completato il processo di revisione delle politiche climatiche Usa, dopo il rinvio a data da destinarsi di una riunione appositamente convocata a Washington. Una decisione dovrebbe arrivare dopo il vertice in Sicilia, a seguito di una nuova valutazione delle posizioni degli altri Paesi del G7 e dei pro e contro che saranno illustrati dai suoi consiglieri. Un ruolo di primo piano, a questo proposito, lo giocherà la first daughter Ivanka.
Di certo, il presidente Usa ha dimostrato da subito che la lotta ai cambiamenti climatici non rappresenta una priorità della sua agenda. Numerosi gli indizi: la nomina a capo dell'Epa (Agenzia per la protezione ambientale) di Scott Pruitt, un negazionista climatico; il taglio del 30% del budget per lo stesso ente; la firma dell'Energy Independence, ordine esecutivo che cancella, di fatto, buona parte delle scelte fatte in materia dal suo predecessore, Barack Obama; l'avvio del processo legale per il ritiro del Clean Power Plan, diventato legge ad agosto del 2015. Gli Stati uniti, infine, hanno di fatto impedito una dichiarazione comune al termine del G7 Energia di Roma, nello scorso mese di aprile, ricordando che la revisione delle politiche energetiche e climatiche è ancora in corso.
Alla luce di tutto questo, restano i dubbi sulla reale capacità dei Sette grandi di trovare una posizione comune sul clima. Dubbi che appartengono anche all'Eliseo. "La Presidenza italiana ha diverse opzioni", hanno spiegato le fonti presidenziali. "Preparare due testi oppure un testo comune senza menzionare il clima, se non in maniera marginale. Ma sarebbe una delusione". In ogni caso, si tratta di "un fatto insolito" perché presuppone che a meno di 48 ore dall'inizio del summit gli sherpa non hanno ancora concordato una posizione condivisa su "un testo di dichiarazione finale" e avranno bisogno di negoziare "fino alle prime ore del mattino di sabato".
Esprimendo l'auspicio di poter raggiungere una posizione comune, fonti diplomatiche italiane hanno comunque definito l'approccio a questo tema "aperto". Nessuno - è stato spiegato - intende compiere passi tali da fornire all'esterno l'impressione di una rottura con gli Usa. Un atteggiamento di cautela, è stato aggiunto, che comunque non impedirà a taluni Paesi come Italia, Germania e Francia di ribadire con forza l'importanza degli accordi raggiunti a Parigi.
(con fonte afp)
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