Immigrati
Alfano: fiducioso in accordo europeo oggi su 120mila rifugiati
Iniziato Consiglio Ue straordinario per decidere su "Relocation"
Bruxelles, 22 set. (askanews) - "Sono fiducioso che oggi si chiuda con un buon accordo, anche migliore di quello dell'altra volta". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, al suo arrivo, oggi a Bruxelles, alla riunione straordinaria del Consiglio Ue convocata dalla presidenza di turno lussemburghese con un solo punto in agenda: l'approvazione del meccanismo temporaneo di emergenza per "ricollocare" negli altri Stati membri 120mila rifugiati ("relocation") giunti in Italia e Grecia (e inizialmente anche in Ungheria, ma Budapest ha rinunciato).
All'ultima riunione del Consiglio Affari interni dell'Ue, il 14 settembre scorso, un accordo era stato possibile su una prima "relocation" di 40mila rifugiati, sempre da Italia e Grecia, ma sulla base di una ripartizione volontaria dei richiedenti asilo negli altri Paesi membri, che non è riuscita neanche a raggiungere il numero prefissato di persone "ricollocate".
"Oggi - ha osservato Alfano - potremmo andare a 40mila migranti che escono dall'Italia, e secondo un meccanismo diverso dalla volta precedente, quando i Paesi membri avevano detto ognuno quanti rifugiati erano disponibili ad accogliere. Stavolta, invece, la decisione avviene in modo collegiale. Penso anche - ha proseguito il ministro - che alcune resistenze di paesi dell'Est dovrebbero ammorbidirsi. Il lavoro preparatorio - ha aggiunto - è andato bene" anche se "il nostro giudizio lo daremo alla fine della riunione".
Ricordando poi che il 14 settembre non si riuscì a trovare una posizione consensuale dei Ventotto sulla stessa "Relocation" di 120mila rifugiati che è in discussione oggi, Alfano ha detto: "L'altra volta la maggioranza favorevole fu larghissima, ma poi c'è stata una dichiarazione della presidenza di turno lussemburghese per dare margine di manovra alla trattativa con i paesi contrari; ma oggi - ha sottolineato - si deve decidere".
Alla domanda se sia a favore di un'eventuale votazione in Consiglio, con l'approvazione a maggioranza qualificata, il ministro ha risposto: "Certamente, del resto queste sono le regole", ha concluso.
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