GEOPOLITICA
Alfieri: «Israele e Hamas, non è un derby di calcio»
Il senatore varesino del Pd ha spiegato i retroscena e i pericoli del conflitto. Uno degli ostaggi lavorava al Jrc di Ispra
La gente scende in piazza pro Israele o pro Palestina, come se fosse un derby calcistico. Ma la realtà è molto più complessa.
Il senatore del Pd Alessandro Alfieri sale in cattedra e organizza un incontro, nella sede dei Dem in via Monterosa, per spiegare con grande equilibrio «l’escalation Israele-Hamas».
Con l’aiuto di cartine, schemi e di un linguaggio il più possibile semplice, Alfieri ha traghettato gli interessati dagli accordi di Oslo ai nostri giorni tra valutazione di geopolitica, strategia e tecnologie militari. Ad ascoltare una cinquantina di persone, tra cui il sindaco Davide Galimberti e gli assessori Andrea Civati e Roberto Molinari.
«DESTABILIZZAZIONE»
«L’obiettivo delle stragi di civili avvenute nei giorni scorsi è rendere manifesto che non può essere trovato un accordo tra Arabia Saudita e Israele. Quindi, l’obiettivo è la destabilizzazione» ha chiarito Alfieri, commentato l’azione nel Kibbutz, in cui sono stati uccisi barbaramente anche i bambini. Uno dei tanti timori è che la destabilizzazione dell’area si allarghi, coinvolgendo anche l’Italia con l’arrivo di profughi e con riflessi sulla dipendenza energetica.
Consideriamo che dall’Algeria arriva il 30 per cento del gas italiano. Ci sono accordi anche tra Italia e Qatar che compra da noi elicotteri (a Vergiate) e che sostiene finanziariamente Hamas. «Non vogliamo il gas dalla Russia e da dove lo prendiamo?» ha chiesto Alfieri in modo retorico, chiarendo che «è difficile stare dalla parte giusta dei diritti umani e nello stesso tempo scaldare le casi degli italiani».
«LE DEMOCRAZIE DIFENDONO I DIRITTI UMANI»
«L’altra sera sono intervenuto a nome del partito democratico sotto l’arco di Tito durante la manifestazione – ha raccontato Alfieri, senza far mistero della difficoltà vissuta -. Ho provato a difendere Israele. Vicino a me c’erano persone che raccontavano di aver avuto un parente ammazzato. Io ho provato a dire che le democrazie difendono i diritti umani. Apprezziamo il lavoro degli Stati Uniti, che stanno evitando una escalation militare e una strage a Gaza». «Ci sono trattative per la liberazione degli ostaggi (uno è Italo-Israeliano ed è molto conosciuto anche qui perché la sorella ha lavorato al Jrc di Ispra Ndr). Noi abbiamo il dovere di tenere una posizione di equilibrio nell’area mediorientale, ma soprattutto va condannata senza se e senza ma l’aggressione terroristica di Hamas. In questo momento chiediamo che l’Europa possa giocare una partita, perché in caso contrario pagheremmo un costo altissimo in termini di arrivo di profughi, rischio di infiltrazione di terroristi, e aumento dei prezzi del petrolio».
« Dobbiamo ricordare che siamo diversi e che i nostri valori riguardano innanzitutto i diritti umani e che siamo preoccupati per civili, Palestinesi e Israeliani» ha concluso Alfieri.
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