PARTIGIANA
L’omaggio di Angera ad Ambrogina Brovelli
Intitolata a lei la sala consiliare: la sua ricerca ha fatto sì che venisse riconosciuto al centro sul Lago Maggiore lo “status” di città
Dal pomeriggio di sabato 20 aprile, la sala consiliare del Comune di Angera è intitolata alla partigiana Ambrogina Brovelli. È stato grazie a lei che Angera, 70 anni fa, è diventata città. Esattamente come era sul finire del XV secolo: nel 1497 Ludovico Sforza il Moro le aveva attribuito questo riconoscimento.
LA RICERCA
«Di cui, però, con il passare del tempo - ha ricordato il sindaco Marcella Androni - s’erano perse le tracce. Le ha ritrovate questa donna che, impegnata come governante in una famiglia benestante, il tempo libero lo dedicava interamente alla lettura dei tanti volumi conservati nella biblioteca di casa. Smesso di lavorare, è andata un sacco di volte all’Ambrosiana di Milano a esaminare vecchi documenti fino a quando un giorno ha scoperto l’atto ufficiale con cui il duca di Milano aveva fatto diventare Angera città».
IL DECRETO E LA FESTA
Il primo passo dell’iter che ha portato al decreto firmato il 20 aprile 1954 dal presidente del Consiglio dei Ministri Mario Scelba. Il successivo 12 settembre s’è svolta una grande festa alla presenza del presidente del Senato Cesare Merzagora, dell’arcivescovo di Ragusa e Siracusa Ettore Baranzini, e dei fratelli Greppi: Giorgio, primo cittadino di Angera, e Antonio, primo sindaco di Milano dopo la Liberazione. La cerimonia di ieri è stata arricchita da un concerto del Corpo Musicale Angerese “Santa Cecilia”. Era presente anche la nipote di Ambrogina, Maria Rosa Brovelli, che ha eseguito l’”Ave Maria” di Franz Schubert.
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