L’INCHIESTA
Argenziano tace davanti al magistrato
Uxoricidio a Bosto: l’indagato s’è avvalso della facoltà di non rispondere. Il suo legale: perizia psichiatrica. Una testimone: la mohglie voleva lasciarlo
S’è avvalso della facoltà di non rispondere, nell’interrogatorio di garanzia davanti al gip di Varese Stefano Sala, Alessandro Argenziano l’uomo arrestato con l’accusa di aver ucciso la moglie, Stefania Amalfi, un anno fa, il 26 aprile 2015, nell’appartamento dove viveva la coppia, alla Conca d’Oro di Bosto. Il difensore dell’uomo, l’avvocato Stefano Amirante, mercoledì 27 aprile ha chiesto una sospensione per valutare le condizioni psichiche dell’assistito e la sua capacità di sostenere l’interrogatorio.
Nel frattempo trapelano particolari sull’inchiesta che ha portato all’arresto dell’uomo con la gravissima accusa.
Stefania Amalfi, infatti, poche ore prima di morire, aveva confidato a una vicina di casa la propria volontà di lasciare il marito, il quale, stando all’accusa, la uccise soffocandola con un cuscino, nel sonno indotto da dosi massicce di sedativi. Il movente? Incassare l’assicurazione sulla vita della consorte: trentamila euro di premio.
Il particolare emerge dalle indagini coordinate dal pm di Varese Sabrina Ditaranto. La testimone, ascoltata dagli inquirenti, avrebbe riferito quindi che Stefania Amalfi era intenzionata a tornare dai genitori e dai fratelli, che vivono a Vercelli, allontanandosi dal marito.
Ampio servizio sulla Prealpina di giovedì 28 aprile.
© Riproduzione Riservata