LA LETTERA
"Assessore, si faccia un giro"
Dopo aver "toccato con mano" le carenze del Pronto soccorso, un lettore lancia un appello
Egregio direttore, ho letto recentemente sul vostro quotidiano problematiche riguardanti la situazione sanitaria in Lombardia e ultimamente quelle del Pronto soccorso dell’ospedale di Circolo di Varese.
Problema che mi si è presentato personalmente accedendo per necessità al Pronto soccorso dell’ospedale Sant’Antonio Abate di Gallarate, città dove sono nato. Mercoledì 13 maggio 2015, mia moglie 77enne per una caduta accidentale ha subìto un trauma cranico con una grave ferita al cuoio capelluto con notevole perdita di sangue. Urgentemente l’ho trasportata al Pronto soccorso arrivando alle ore 15 circa, da lì è stata dimessa alle 17,38. Al Triage mi si dice che l’accesso alle cure sarà lungo date le molte persone in attesa e a mia moglie, sanguinante abbondantemente, si assegna priorità verde. Nel frattempo, incontro un coordinatore addetto al reparto, persona di mia conoscenza che viene da me investita del caso e alla quale vanno le mie rimostranze. Questi, prima seccato, poi mi informa della situazione ormai carente del Pronto soccorso elencandomi le negatività che permangono da tempo senza soluzione alcuna.
Una visita all’interno, accompagnato dalla stessa persona, mi ha lasciato allibito, per insufficienza gestionale, sanitaria, operativa e organizzativa di un presidio ospedaliero con un serbatoio di utenza di oltre centomila abitanti, senza contare la presenza dell’aeroporto internazionale di Malpensa, con eventi quali Expo o imprevisti come il nubifragio accaduto recentemente, necessari di interventi qualificanti in una regione che si ritiene all’avanguardia a livello sanitario.
Con l’ospitalità concessami dal vostro e mio giornale, mi auguro possa avvenire un incontro con il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni di concerto con l’assessore alla Salute Mario Mantovani, sarò accompagnato dalla persona operante nel reparto sopra citato.
Se ciò avverrà, li ringrazierò, altrimenti rimarrò deluso come sono stato, ma avrò la consapevolezza di aver sollevato il problema a favore dell’utenza, lasciando però la responsabilità a chi è demandanto ad averla accettata.
© Riproduzione Riservata