Australia
Australia non ha protetto bambini, pedofilia una "tragedia nazionale"
Questa la conclusione di 5 anni di indagini di una Commissione
Sydney, 15 dic. (askanews) - La pedofilia è "una tragedia nazionale perpetrata per generazioni in molte istituzioni di fiducia" e l'Australia "è venuta meno in modo grave ai suoi doveri" di proteggere i bambini. Questa la pesante accusa mossa dalla commissione che dal 2012 a oggi ha indagato su decine di migliaia di casi di pedofilia.
Sono state oltre 15.000 le persone che hanno raccontato di abusi subiti nelle chiese, negli orfanatrofi, nelle scuole, nei circoli sportivi e in gruppi giovanili, coinvolgendo oltre 4.000 istituzioni, comprese molte entità cattoliche. "Decine di migliaia di bambini sono stati vittime di violenza sessuale in molte istituzioni australiane e non ne sapremo mai il numero esatto", si legge nel rapporto in cui la Commissione di inchiesta ha anche elencato una serie di raccomandazioni per migliorare la sicurezza dei bambini e impedire ai pedofili di agire.
"Indipendentemente dal numero, è una tragedia nazionale, perpetrata per generazioni in molte istituzioni di fiducia", si legge ancora. La Commissione ha spiegato che gli abusi sono avvenuti in quasi tutti i luoghi in cui i bambini vivevano o partecipavano ad attività educative, ricreative, sportive, religiose o culturali. Non erano poche "mele marce", ha rimarcato. "Alcune istituzioni hanno avuto molti pedofili che hanno aggredito molti bambini", ha precisato, denunciando il fatto che "le più grandi istituzioni hanno fallito in modo grave nei loro doveri e in molti casi queste carenze sono state aggravate da una risposta chiaramente inadeguata per le vittime". "Il problema è così diffuso, e la natura dei crimini così odiosi, che è difficile da comprendere", ha sottolineato la Commissione.
Sono oltre 2.500 le segnalazioni fatte alla polizia e 230 le inchieste avviate. Tra le raccomandazioni formulate nei 17 volumi del rapporto figura l'obbligo per i preti di denunciare gli atti di pedofilia ammessi nel segreto del confessionale. La Commissione ha inoltre raccomandato alla Conferenza episcopale di chiedere al Vaticano di modificare il diritto canonico per stabilire il celibato volontario e non più obbligatorio per i sacerdoti. Infine ha sollecitato la creazione di un Ufficio nazionale per la sicurezza dei bambini.
Lo scorso febbraio, la stessa commissione aveva rivelato i dati a illustrare l'entità del problema: il 7% dei religiosi cattolici australiani è stato accusato di abusi sessuali su minori tra il 1950 e il 2010 senza però che i sospetti siano finiti sotto indagine; è stata consuetudine ignorare, o addirittura punire, i bambini che denunciavano le aggressioni; in alcune diocesi la percentuale ha raggiunto il 15% dei sacerdoti sospettati di pedofilia.
Il più alto rappresentante della Chiesa cattolica in Australia, George Pell, è stato ascoltato tre volte dalla commissione di inchiesta dove ha ammesso di aver "fallito" nella sua gestione dei preti pedofili nello stato di Victoria negli anni '70. Il numero tre del Vaticano è stato incriminato lo scorso giugno per "reati di violenza sessuale": a marzo si deciderà se ci sono prove sufficienti per avviare il processo.
(fonte Afp)
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