BANDERA
Azelio Corni e le sue armi
Prosegue, presso la Fondazione Bandera «Smelting Works», progetto espositivo ideato da Cristina Moregola per creare un confronto-dialogo tra due artisti che operano con differenti modi espressivi. A misurarsi, nella mostra intitolata «Oltre le origini», sono le fotografie in bianco e nero del giovane Andrea Penzo e le inedite sculture in piombo del maestro Azelio Corni, da poco rientrato dal Bahrain, dove ha rappresentato l’Italia alla seconda Fiera Internazionale d’Arte, e che a fine 2017 sarà a New York per una personale da Florence Lynch.
Emergono da scuri fondali le statue eburnee fotografate da Andrea Penzo (di Castelletto Ticino come Corni), rimandano alla classicità ellenica, alla mitologia, all’imperiosità militare. Sopravvissute all’unica luce durevole, quella della memoria, come in un ideale palcoscenico scandiscono la loro condizione mediando fra sé e il mondo attraverso la direzione dello sguardo, l’alterità della postura, l’eleganza del gesto.
Le sculture di Azelio Corni, come scudi e corazze indossate da armate popolari, vivono placate e snaturate dai colpi ricevuti in cruenti battaglie: il rimando è al film di Ermanno Olmi «Il mestiere delle armi». Composte da più frammenti uniti con piccoli chiodi, le opere di Corni, dicono di assenti fisicità. E la silente perfezione dei corpi ritratti da Penzo, si allinea idealmente alla muta staticità degli scudi di Corni, come se le figure, nella loro stasi, sentissero propria la momentanea e altrettanto tacita passività di quegli oggetti.
Andrea Penzo e Azelio Corni, «Oltre le origini» - Busto Arsizio, Fondazione Bandera, via Costa 29, fino al 18 giugno da giovedì a domenica ore 16-19.
© Riproduzione Riservata