LA SENTENZA
Botte alla ex e ai figli: condannato a un anno e sei mesi
Arsenale nascosto in casa a Morazzone
Mai come in questo caso, è giusto dire che quella soffiata è stata benedetta. Di sicuro, ha evitato guai ben peggiori, qualunque potessero essere, e ha permesso ai carabinieri di scoprire che un paio di armi e un bel po’ di munizioni erano nascoste nell’abitazione di Morazzone, da dove l’uomo di origini calabresi, oggi quarantacinquenne, era stato allontanato da poco, a seguito di un provvedimento del Tribunale dei Minorenni di Milano.
Inevitabile il sequestro e la denuncia per detenzioni abusiva di armi. Denuncia poi sfociata in un procedimento giudiziario il cui iter si è concluso con una sentenza di condanna a un anno e sei mesi di reclusione da parte del Tribunale di Varese, confermata ieri anche dalla Corte d’Appello di Milano, che ha fatto il paio con una successiva sentenza di condanna per maltrattamenti all’ormai ex convivente ad un anno e due mesi. L’ultima di una lunga serie di condanne per l’uomo, dalla fedina penale extra-large, tanto che al momento si trova ristretto in carcere, dove sta scontando un cospicuo cumulo pena. All’origine del provvedimento di allontanamento del soggetto una fortissima conflittualità tra l’uomo e la compagna, madre dei suoi figli. D’altronde, i litigi erano all’ordine del giorno; così le mani addosso da parte dell’imputato sulla donna e talvolta anche sui figli. Una pessima abitudine come testimoniano tutta una serie di condanne incassate dal calabrese per maltrattamenti in famiglia e percosse. Voce di quel violento tran-tran familiare era giunta alle forze dell’ordine e, attraverso loro, anche all’Autorità Giudiziaria, complice la denuncia della parte offesa. La situazione avrebbe potuto degenerare da un momento all’altro considerato che il soggetto non è propriamente uno stinco di santo e per questo motivo il Tribunale per i Minorenni di Milano, per tutelare la signora e i minori, aveva emesso un provvedimento di allontanamento dalla casa coniugale per la durata di un anno. Qualcuno deve avere però pensato che il provvedimento minorile avrebbe potuto irritare il suo destinatario, costretto per un anno a non mettere più piede in casa sua né a vedere crescere i propri figli, ma anche che l’uomo, indagato per maltrattamenti in famiglia, avrebbe potuto vendicarsi della convivente. Vendicarsi in maniera violenta.
Perciò, ben sapendo che il soggetto aveva nascosto delle armi in casa, aveva deciso di allertare le forze dell’ordine, scegliendo di rimanere anonimo. Anonimo sì, ma ben informato. Visto e considerato che i carabinieri avevano trovato in un ripostiglio, nascosto sotto un giubbotto di pelle dell’uomo, un fucile da caccia a canne mozze e una pistola 7.65 con la matricola abrasa e più di 35 munizioni, la maggior parte quali cartucce del fucile. Anche in questo caso, niente di nuovo sotto il sole. Infatti, il pregiudicato era già stato condannato in precedenza per porto abusivo d’arma. A riprova della sua dimestichezza con fucili e pistole.
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