Brasile
Brasile: governo nel caos, lascia ministro per scandalo corruzione
E' il braccio destro del presidente ad interim Michel Temer
Brasilia, 24 mag. (askanews) - Prima grave crisi per il neo insediato governo brasiliano del presidente ad interim Michel Temer: un ministro di primo piano è stato costretto a dimettersi dopo la pubblicazione di un'intercettazione in cui apparentemente discute di come sfruttare l'impeachment di Dilma Rousseff per soffocare una maxi inchiesta per corruzione. Il ministro della Pianificazione Romero Juca è comparso in fretta e furia davanti alle telecamere per dire che da oggi lascia l'incarico. Non si è dimesso, ma secondo il sito di news del Globo, che cita fonti vicine a Temer, non tornerà al governo. Lo stesso Juca ha detto che tornerà al suo seggio in Senato.
Lo scandalo minaccia Temer, che solo 11 giorni fa assunto i poteri di presidente da Rousseff, sospesa dal 12 maggio all'inizio del processo per impeachment con l'accusa di aver violato le norme contabili brasiliane. Juca, il braccio destro di Temer, avrebbe dovuto contribuire al varo di una serie di misure urgenti, e a volte controverse, per portare il Paese fuori dalla recessione.
Il quotidiano Folha ha pubblicato le intercettazioni di varie a conversazioni a marzo tra Juca e Sergio Machado, ex dirigente petrolifero. Le registrazioni sarebbero state fatte in segreto da Machado, che come Juca è coinvolto in una maxi inchiesta su una colossale distrazione di fondi che ruota intorno alla società petrolifera pubblica Petrobras. Nelle conversazioni Juca chiede un "patto nazionale" che apparentemente dovrebbe fermare l'inchiesta Lava Jato (Autolavaggio) che coinvolge decine di manager e politici di tutti i partiti. Usando parole che sono state immediatamente raccolte da Rousseff per sostenere che il suo impeachment è in realtà un golpe, Juca dice "dobbiamo cambiare il governo per fermare l'emorragia". "Sto parlando con i generali, i comandanti militari. A loro va bene, dicono che garantiranno" prosegue, aggiungendo di avere avuto il via libera anche dai giudici della Corte suprema, che vegliano sulle procedure di impeachment.
Stampa e opposizione hanno subito chiesto a Temer di silurare Juca, ma il presidente non ha voluto fare commenti. Il 12 maggio l'ex vice di Rousseff ha assunto automaticamente le funzioni di presidente, ma il suo gradimento è al minimo e deve affrontare enormi sfide il termini di autorità e legittimazione con il piano del suo governo di disfare le politiche di sinistra della presidente. Temer è stato accolto fuori dal Senato da una folla che gridava "golpista". Proteste anche nella capitale argentina Buenos Aires, dove era in visita il nuovo ministro degli Esteri Jose Serra. "Fuori Temer, fuori Serra" hanno scandito i manifestanti.
Rousseff ha sostenuto che lo scandalo fa parte con il suo impeachment di una strategia per seppellire l'inchiesta Petrobras. "Se ci fossero ancora dubbi sul fatto che è in corso un golpe basato sull'inganno, le parole di Juca sugli obiettivi reali dell'impeachment e su chi è dietro di lui, rimuovono ogni dubbio". Juca non ha negato l'autenticità delle registrazioni segrete, ma ha detto che l'"emorragia" si riferiva alla recessione che colpisce il Brasile, non all'inchiesta Lava Jato.
(fonte Afp)
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