Ue
Brexit, ecco come i 27 decideranno le nuove sedi delle agenzie Ue
Un mese in più, come chiesto da Italia, per ridestinare Ema ed Eba
Bruxelles, 23 giu. (askanews) - Sarà presa a novembre, un mese più tardi rispetto a quanto previsto inizialmente, con una votazione a maggioranza semplice, e a più turni se necessario, nel Consiglio Affari generali (in cui siedono i ministri degli Affari europei dei Ventotto) la decisione finale sui Paesi in cui traslocheranno, a causa della Brexit, le due importanti agenzie dell'Ue che oggi hanno sede a Londra: l'Eba (Autorità bancaria europea, 189 addetti più 30-35 esterni, circa 9.000 visitatori all'anno) e l'Ema (Agenzia europea del farmaco, 890 addetti, circa 36.000 visitatori all'anno). Lo ha deciso in tarda serata ieri a Bruxelles il vertice dei capi di Stato e di governo dell'Ue, nella sua versione a 27 Stati membri, senza il Regno Unito.
Il Consiglio Affari generali avrà una prima "discussione politica" sulle candidature a ottobre, a Lussemburgo, avendo a disposizione le valutazioni della Commissione europea su ciascuna di esse; poi vi sarà un passaggio senza decisione (un "resoconto informato" sulla discussione fra i ministri) dai capi di Stato e di governo al Consiglio europeo di ottobre; quindi
la decisione finale, con votazione, al successivo Consiglio Affari generali a novembre a Bruxelles.
Il mese in più era stato chiesto dall'Italia e da altri Paesi (Svezia, Olanda, Danimarca, Spagna) per dare più tempo ai governi di valutare le diverse candidature (21 per l'Ema, compresa Milano, e una decina per l'Eba) alla luce delle valutazioni tecniche che fornirà la Commissione - ma senza fare graduatorie - sulla rispondenza di ciascuna sede proposta ai sei criteri (cinque obiettivi e uno di distribuzione geografica) che l'Esecutivo comunitario aveva proposto, con il sostegno del presidente del Consiglio europeo Jean-Claude Juncker, e che ieri i Ventisette hanno approvato, insieme alla procedura di voto specifica che sarà applicata e alla tempistica della decisione.
I Paesi che hanno le candidature più forti (e che avrebbero il favore del personale) hanno un naturale interesse a far pesare di più i criteri obiettivi nelle scelte, mentre i "nuovi" paesi membri (soprattutto in Europa dell'Est), che ospitano poche altre agenzie, vorrebbero che fosse privilegiato il criterio geografico. Per l'Ema, Milano è considerato fra le candidature "obiettivamente" più forti, ma è in buona compagnia, con Barcellona, Vienna, Amsterdam e Copenaghen.
Innanzitutto, ieri è stato deciso che le candidature dovranno essere presentate formalmente entro il 31 luglio, e dovranno indicare esplicitamente: la tempistica e le modalità previste per il trasloco, in modo che l'agenzia in questione resti operativa; gli edifici e gli altri spazi in cui si propone di ospitare la nuova sede, indicando come rispondono ai bisogni specifici dell'agenzia (per esempio per gli archivi dell'Ema); i termini finanziari, precisando se lo Stato membro pagherà l'affitto e se lo farà per un tempo limitato o indeterminato; i termini riguardanti la manutenzione della sede e suoi eventuali miglioramenti o ampliamenti se necessari; le eventuali condizioni speciali offerte dallo Stato membro ospite riguardo ai costi e alle infrastrutture; eventuali vantaggi concessi all'agenzia e al suo personale in aggiunta a quelli di cui già godono come funzionari europei.
I cinque criteri obiettivi sono: 1) garanzia che l'agenzia possa essere istituita in loco e possa assumere le proprie
funzioni alla data del recesso del Regno Unito dall'Ue (spazi e uffici sufficienti); 2) accessibilità dell'ubicazione (disponibilità, frequenza e durata dei collegamenti aerei
da tutte le capitali dell'Ue); 3) esistenza di strutture scolastiche adeguate per i figli dei membri del personale (con scolarizzazione multilingue e orientamento europeo); 4) adeguato accesso al mercato del lavoro, alla sicurezza sociale e all'assistenza sanitaria per coniugi e figli dei membri del personale; 5) Continuità operativa (capacità di consentire alle agenzie di conservare e attirare personale altamente qualificato dai settori pertinenti, soprattutto nel caso in cui non tutto il personale attuale decida di trasferirsi).
Il sesto criterio, quello sulla distribuzione geografica, è il più controverso. Fa riferimento all'obiettivo concordato dai leader nel 2003 e confermato nel 2008 di accordare agli Stati membri la priorità nella distribuzione delle sedi delle nuove agenzie da istituire in futuro. Malgrado il fatto che in questo caso la procedura riguardi il trasferimento e non
l'istituzione di nuove agenzie, il Consiglio europeo ha convenuto che "è opportuno tener conto dello spirito di questo accordo tra i leader".
La tempistica della decisione prevede che la Commissione europea emetta e renda pubbliche entro fine settembre le sue valutazione di ciascuna candidatura rispetto alla rispondenza ai sei criteri, ma senza fare graduatorie e senza escluderne nessuna: tutte saranno sottoposte al voto dei Ventisette. Tuttavia, i paesi con le candidature più forti, Italia compresa, useranno sicuramente le valutazioni come una sorta di "short list" obiettiva, per convincere gli altri Stati membri a sostenerli. Il mese in più, e soprattutto il passaggio al Consiglio europeo (richiesto in particolare dall'Italia) dovrebbe servire, nelle loro intenzioni, proprio a questo.
Loc
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