IL CASO
Bustese nella casa degli orrori
La denuncia della famiglia di una trentenne disabile all’origine dell’inchiesta di Vercelli che ha portato all’arresto di diciotto. In un video le testimonianze di una violenza inaudita

Completamente nuda, viene spinta con violenza su una sedia, poi l’operatrice le fa sbattere il volto sul muro, l’afferra per i capelli, la obbliga a pulire il pavimento con i suoi vestiti e le prefigura la morte in caso di disobbedienza. E come se non bastasse le sputa in faccia, insultandola e stringendole il collo. È agghiacciante ma è vero. Ed è quello che accadeva a una disabile di Busto Arsizio nella casa di riposo degli orrori, a Vercelli.
È stata la famiglia della trentunenne, assistita dall’avvocato Christian Bossi, a dare l’input investigativo che poche settimane fa è sfociato in diciotto arresti per maltrattamenti all’interno della Consolata di Borgo d’Ale. Ritardo psichico, epilessia, invalidità al cento per cento, la ragazza era stata ricoverata in quella struttura perché era risultata l’unica disponibile in un raggio di centinaia di chilometri.
Dal 2006 alla scorsa estate nessuna spia di maltrattamenti. Ma a giugno qualcosa fece scattare l’allarme. Lividi su tutto il corpo, braccio lussato, ecchimosi, una profonda ferita aperta sul cranio e bruciature circolari sulla pelle, come fossero sigarette spente sulla carne viva. Partì dunque la segnalazione e gli investigatori della Polizia di Stato, coordinata dal pubblico ministero Davide Pretti, si mossero subito collocando telecamere nella stanza della trentunenne e negli altri reparti.
Risultato? Oltre trecento episodi di brutale cattiveria documentati, abusi fisici e psichici su pazienti anziani, soggetti deboli, disabili. I video sono sconvolgenti.
La trentunenne veniva picchiata e poi lasciata priva di sensi in mezzo a una stanza, altri degenti ricevevano gomitate in faccia, pugni in pancia. E per puro sadismo, capitava che gli indagati scatenassero i pazienti l’uno contro l’altro, lasciando che si aggredissero o addirittura agevolando il pestaggio.
Un episodio su tutti: un’operatrice che con una mano strattonava una donna per i capelli e con l’altra guidava il pugno di un uomo dritto sul volto della vittima.
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