TRAFFICO DI STUPEFACENTI
Droga a Busto Arsizio: 17 in carcere
La polizia stronca un’organizzazione marocchina. Blitz in brughiera
Ripulire i boschi dalla droga, missione ardua ma la procura e le forze dell’ordine non mollano: ieri mattina, martedì 23 gennaio, il blitz della polizia di Busto Arsizio in brughiera, diciassette gli spacciatori di vario ordine di importanza arrestati in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Stefano Colombo su richiesta del pubblico ministero Martina Melita. La maggior parte degli uomini portati in cella sono marocchini ma ci sono anche due italiani (uno di Legnano) e due fratelli albanesi.
DA GORLA ALLA TUSCIA
Il periodo di attività monitorato e quindi contestato dagli inquirenti va dall’inizio del 2023 fino alla scorsa estate, il gruppo non lavorava in un’unica piazza, si spostava tra Marnate, Gorla Minore, Olgiate Olona, Luino, Lonate Pozzolo, Somma Lombardo, Muggiò, Cavenago e poi oltre i confini regionali: a Collegno, in provincia di Torino, a Piacenza, a Fabrica di Roma, nel Viterbese. Al vertice dell’organizzazione un nome che ricorre spesso nelle indagini antidroga, quello di un quarantottenne residente a Marnate: all’approvvigionamento di grosse partite di stupefacenti ci pensava lui attraverso i suoi contatti milanesi, questo almeno è quanto risulterebbe dagli atti.
C’era comunque sempre un passaggio di sostanza tra almeno tre soggetti - il che implica la contestazione dell’aggravante - e nessuno di loro si occupava della vendita al dettaglio. Nei boschi ci andavano i personaggi di bassa caratura, la loro manovalanza, i maghrebini che bivaccano tra le piante o i tossici assoldati come pali.
BAGUETTE E CARRIOLE
Il gruppo trafficava cocaina, hashish e marijuana. In gergo 200 grammi di coca erano definiti due baguette, due carriole erano l’equivalente di 100 grammi, poi c’era il fumo etichettato Gomorra e comunque la droga era sempre di alta qualità. Anche perché quando non era buona veniva restituita e rimborsata o comunque sostituita. Accadde per esempio ad aprile dell’anno scorso a Lonate Pozzolo: alla consegna di 100 grammi di cocaina, il marocchino incaricato dovette riprendersi una partita da 550 grammi perché la clientela si era lamentata del taglio. I guadagni di ogni singolo trafficante oscillavano a seconda del ruolo ricoperto nella banda.
Gli investigatori del commissariato di Busto hanno ricostruito una compra vendita, sempre di marzo 2023, di un chilo di cocaina comprata dal grossista a 26mila euro e rivenduta a un altro maghrebino per 28mila euro. All’indagato incaricato del trasporto da Marnate a Fabrica di Roma i capi dettero 500 euro.
I FLOP
Non è che andasse sempre tutto bene, anzi. Nel lungo elenco dei soggetti coinvolti c’è anche chi è stato arrestato in flagranza. Ad aprile il viaggio di un chilo di coca (815 grammi di principio attivo puro e dosi ricavabili di oltre 5400) venne interrotto dalla polizia stradale Guardamiglio, in provincia di Lodi e l’uomo che la stava trasportando finì in manette.
A maggio l’irruzione della polizia in un appartamento di Gorla Minore dove i maghrebini nascondevano oltre 60 grammi di cocaina, 21 di hashish e oltre 4000 di marijuana: in carcere venne portato il proprietario di casa. Lo stesso giorno un connazionale tornò nell’appartamento per prelevare altri 360 grammi di coca e poi si mise al volante per raggiungere un paese in provincia di Verbania, Bieno: gli agenti del commissariato lo fermarono durante il tragitto. Già da oggi inizieranno gli interrogatori di garanzia davanti al gip.
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