L’INDAGINE
Busto, furti d’arte: indagato il sacerdote
Deve rispondere di ricettazione di beni culturali. Sequestrati vasellami antichi
Furto di opere d’arte, i carabinieri del nucleo Tutela patrimonio culturale di Torino hanno bussato alla porta di un prete. Cercavano un dipinto del pittore Salvo e non l’hanno trovato. In compenso nell’abitazione a due piani con seminterrato la perquisizione ha permesso di rinvenire una cospicua quantità di reperti archeologici subito sequestrati d’intesa con il pubblico ministero Ciro Caramore.
Erano tutti in mansarda, esposti su due mensole: c’erano cinque lucerne, tre ciotole, sei brocche a un’ansa di varie dimensioni, stile e materiale. E poi tre coppe, una delle quali con coperchio, a due anse verniciate di nero e una con decorazioni rosse. Ancor più interessanti una trozzella - tipica della civiltà messapica - adornata da disegni geometrici che conteneva un biglietto manoscritto che riportava le caratteristiche del pezzo e un unguentario piriforme con collo rotto. Documentazione che comprovasse il possesso legittimo del vasellame non ce n’era. E a dire il vero non c’era neppure il sacerdote, che in questo momento svolge il suo ministero a Tortona. La porta ai carabinieri l’ha aperta sua sorella che nella stanza mansardata del fratello quasi non ci mette piede. Sicché il prete sessantasettenne - difeso dall’avvocato Roberto Donetti e residente in un paese che ricade sotto la procura di Busto - è stato contattato telefonicamente per dare chiarimenti. In effetti ha confermato di non avere né atti di acquisizione né di autenticità.
Sarebbero insomma regali. «So che sono reperti archeologici, qualcuno forse è falso, me li avevano donati durante la mia attività in Sicilia». La buona fede sembra autentica, ma al momento il prete è indagato per ricettazione di beni culturali. Resta da capire come un’indagine torinese, coordinata dal pubblico ministero Alessandro Aghemo, abbia portato fino alla provincia di Varese. Tutte le opere sequestrate saranno controllate tramite la banca dati del nucleo tutela patrimonio e nel frattempo gli inquirenti disporranno accertamenti sull’autenticità delle anfore risalenti alla civiltà salentina.
E la tela di Salvo, artista scomparso nel 2015 a sessantotto anni? Continua la ricerca. Lo scorso maggio i carabinieri di Torino hanno recuperato diciassette dipinti e due sculture nell’ambito dell’operazione Pro Ecclesia: beni antiquariali sottratte negli anni a parrocchie sparse in tutta Italia. Gli acquirenti, anche quelli che le hanno comprate convinti della provenienza lecita, se ne devono spogliare perché la legge considera privo di valore il contratto di compravendita di beni rubati agli enti ecclesiastici. E infatti i commercianti del settore hanno l’obbligo di documentarne l’origine e di registrare le generalità di chi li tratta.
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