LE CRITICHE
Busto: «I mali della sanità lombarda»
Incontro col consigliere regionale Rosati di Alleanza Verdi e Sinistra: «Servono investimenti veri»
Non è ancora tempo di ferie natalizie per la politica e, mentre nelle grandi aule si discute fino a tarda sera per l’approvazione della Legge di Bilancio, a Busto Arsizio si fa il punto della situazione sulla sanità lombarda. È quanto accaduto martedì 6 dicembre nella Sala del Camino di Villa Calcaterra nella serata dall’esaustivo titolo “Fin Troppo Pazienti” organizzata da Alleanza Verdi Sinistra, Europa Verde e Sinistra Italiana a cui hanno partecipato l’onorevole Davis Dori, in collegamento dal Parlamento, il consigliere regionale di Alleanza Verdi e Sinistra Onorio Rosati, Davide Farano FP Cgil Varese, Marco Caldiroli di Medicina Democratica, Cinzia Colombo e Walter Mason del Comitato diritto alla salute del Varesotto.
È stato il consigliere Onorio Rosati a fare il punto sui principali problemi della sanità pubblica lombarda. «Il sistema sanitario lombardo è un sistema dove, attraverso i meccanismi di accreditamento con le strutture private e convenzionate, molto spesso i cittadini sono costretti a spendere parecchi soldi per poter fare le proprie visite in tempi decenti» ha sottolineato Rosati che ha parlato poi dell’ormai cronica mancanza di medici e di personale infermieristico che scappano dal sistema sanitario, soprattutto pubblico.
In particolare dopo il Covid, il livello di alienazione lavorativa ha spinto molti operatori sanitari ad abbandonare il lavoro, come ha raccontato Davide Farano. La risposta a tale emergenza secondo Rosati, è un maggior investimento nella sanità pubblica, un investimento che non sia solo formale, ma sostanziale e strutturale.
Naturalmente è impossibile parlare di sanità a Busto e non fare riferimento al nuovo ospedale Busto-Gallarate che sarà pronto, come ha sottolineato Rosati, nel 2029. Ma mentre l’ospedale del futuro sembra ancora troppo lontano, gli attuali nosocomi di Busto, Gallarate e Saronno hanno già iniziato un depauperamento del servizio offerto e la carenza di personale sta rendendo la situazione sempre più insostenibile. «Un chilometro o sei chilometri sono i più lunghi della tua vita se sono quelli che ti mancano per arrivare in ospedale» ha sottolineato Farano, ricordando quanto una distanza che per alcuni può essere minima, per altre persone può essere insormontabile soprattutto per chi ha fragilità e disabilità
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