SANITA’
Busto, l’infermiere nato in Marocco elogiato dalla Lega
L’appello di Zakaria al ministro e l’apprezzamento del consigliere comunale Albani: «Stranieri in corsia, da ammirare, questa l’immigrazione che rispettiamo»
«Signor ministro, salvi questo Paese dal rischio di uno shock emorragico del sistema sanitario». È un vero e proprio grido d’allarme quello che Zakaria, infermiere del Pronto soccorso in un ospedale del territorio, ha indirizzato al ministro della Salute, Orazio Schillaci, attraverso il portale Nurse24.it.
La storia di Zakaria è a suo modo esemplare: nato in Marocco, arriva in Italia all’età di 10 anni, attraverso un ricongiungimento familiare. Nel 2013 ottiene la cittadinanza italiana. Si laurea in Infermieristica, viene assunto tramite concorso in un ospedale pubblico, si iscrive a dei master: arriva perfino ad insegnare al corso di laurea in Infermieristica. Una carriera modello, insomma.
Eppure Zakaria è arrivato al punto di chiedersi: «Ne valeva davvero la pena?». A far vacillare il professionista è la situazione che stanno vivendo gli infermieri, e in generale gli operatori della sanità, nelle strutture pubbliche. Organici ridotti all’osso, turni massacranti, stipendi inadeguati. «Signor ministro, è imperativo fermare questa crisi enorme» le accorate parole di Zakaria, che chiede al ministro Schillaci una serie di provvedimenti: «Aumenti gli stipendi, per favore! I giovani non sono più attratti da questa professione. Incrementi le indennità, regolarizzi gli scatti di anzianità, commisuri il rischio al guadagno e renda i percorsi universitari più allettanti».
«BELL’ESEMPIO DI INTEGRAZIONE»
La lettera di Zakaria ha profondamente colpito il consigliere comunale di Busto Arsizio Alessandro Albani, che di professione è coordinatore infermieristico in una comunità psichiatrica. Da collega, oltre che da segretario cittadino della Lega, Albani esterna alcune riflessioni: «Prima di tutto, questa storia rappresenta un bell’esempio di integrazione – sottolinea Albani -. C’è un bambino che a 10 anni arriva in Italia da un Paese di cultura e lingua molto diverse, e con tanto impegno studia per diventare un professionista della salute, inserendosi nel modo migliore nella sua nuova realtà. Fino a diventare cittadino italiano a tutti gli effetti. Questa è l’immigrazione che rispettiamo. Addirittura – aggiunge Albani - Zakaria è tornato dalla Francia, dove aveva intrapreso un’esperienza lavorativa, perché sentiva la nostalgia dell’Italia».
LE CRITICITA’
Fin qui, il lato positivo. Il rovescio della medaglia riguarda le criticità denunciate da Zakaria nella sua lettera aperta al ministro Schillaci: «Tutti i complimenti che sono stati fatti agli operatori della sanità nel pieno della pandemia sono finiti nel dimenticatoio – si rammarica Albani -. Siamo stati definiti “angeli”, “eroi”, ma in realtà a questi appellativi non è mai corrisposto un riconoscimento concreto. Servono gratificazioni economiche, non pacche sulle spalle». Albani ha conosciuto personalmente Zakaria, e ne sposa totalmente la causa: «Le sue istanze sono sacrosante – rimarca l’infermiere e consigliere leghista -. E sono quelle di tutti gli operatori della sanità. Manca un riconoscimento adeguato, rispetto ai carichi di lavoro e le responsabilità».
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