ANIMALI NEL MIRINO
«Ti avveleniamo i cani»: minacce a Sacconago
Proprietaria di labrador trova un foglio anonimo nella cassetta della posta: «I cani che rompono i... li curiamo con il veleno. Attenzione»
Non si è ancora spenta l’eco per la barbara uccisione del cane Aron a Palermo, che tocca registrare delle minacce di morte indirizzate a due cani anche a Busto Arsizio. Precisamente nel centro di Sacconago, dove una donna – proprietaria di due labrador – ha trovato nella cassetta della posta un foglio anonimo contenente un messaggio inquietante: «I cani che rompono i c……i al mio paese li curiamo con il veleno. Attenzione».
LA DENUNCIA
Del caso si è occupata Casaringhio Aps, realtà bustocca impegnata a ridare dignità a tutti gli esseri viventi, animali e non. È stata la presidente dell’associazione, Sara Vega, a mostrare in un video il foglio con le minacce ai due cani. La cui proprietaria ha già sporto denuncia contro ignoti. Sara Vega ricorda che la violenza sugli animali, oltre ad essere moralmente deprecabile, è anche penalmente rilevante. L’articolo 544 bis del codice penale recita infatti: «Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale, è punito con la reclusione da quattro mesi a due anni». E se l’animale sopravvive? Ecco l’articolo 544 ter: «Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale, ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche, è punito con la reclusione da tre a diciotto mesi, o con la multa da 5.000 a 30.000 euro». Dunque chi commette questi odiosi reati va incontro a serie conseguenze (anche se sono in tanti ad auspicare un inasprimento delle pene).
EPISODI CRUDELI
Certo il biglietto recapitato alla donna di Sacconago è non poco allarmante. Soprattutto dopo alcuni recenti episodi che hanno visto gli animali come vittime della crudeltà umana. Basti ricordare il terribile assassinio del cane Aron, bruciato vivo a Palermo, e deceduto per le ustioni che ricoprivano l’80 per cento del suo corpo. O l’altrettanto feroce uccisione del gatto Leone, scuoiato vivo ad Angri (Salerno) ai primi di dicembre. Fatti che hanno scosso e rattristato l’intera opinione pubblica, non solo le associazioni animaliste.
POLPETTE AVVELENATE
Eppure c’è ancora qualcuno – evidentemente anche a Busto – che pensa di ricorrere al veleno per eliminare i cani altrui (nel caso specifico due labrador). «La crudeltà sugli animali è una piaga da estirpare – rimarca Sara Vega -. E aggiungo che i veleni per cani rappresentano un serio rischio anche per gli esseri umani, in particolare per i bambini». Periodicamente vengono ritrovate polpette avvelenate anche sul nostro territorio. Alcune persone senza scrupoli le gettano nei parchi e nelle aree verdi, mettendo seriamente a rischio la vita di innocenti “quattro zampe”. I recenti fatti di cronaca costringono a tenere ben alta la guardia.
© Riproduzione Riservata