PROCESSO
Busto, insegnante rubacuori molestato dalla collega
Chiesto un anno per la professoressa stalker. L’uomo, oltre a lei, frequentava altre tre donne nello stesso ambiente lavorativo
Quattro relazioni contemporaneamente, nello stesso ambiente di lavoro e all’insaputa delle dirette interessate. Professore nella vita e nell’arte di condurre esistenze parallele. Era inevitabile che, una volta scoperte le tresche, qualcuna avrebbe reagito con un certo rancore. E la donna, collega dell’insegnante, ora è a processo con l’accusa di stalking e diffamazione.
LA RICHIESTA DI CONDANNA
Ieri, mercoledì 144 febbraio, nella simbolica giornata dedicata agli innamorati, il pubblico ministero Fabio Portera ha chiesto la condanna a un anno. Il docente e un’altra insegnante che rientrava nel poker delle fidanzate, si sono costituiti parte civile con gli avvocati Sara Cazzulli e Maria Fichera: per i danni subiti causati dall’imputata molesta hanno chiesto rispettivamente 50 e 60 mila euro di risarcimento. Il difensore Carlo Alberto Cova invece punta all’assoluzione perché il fatto non sussiste. Perché l’intera vicenda va contestualizzata: il legale, già nella precedente udienza, aveva spiegato le difficoltà emotive della sua assistita, piuttosto sfortunata in amore.
LA FUGA DEL MARITO
Nel 2018 il marito sparì all’improvviso. Non fece ritorno a casa, il telefono risultava scollegato, nessuno aveva notizie di lui. Dopo un giorno di angoscia la quarantacinquenne sporse denuncia ai carabinieri temendo fosse morto. L’uomo in realtà era pieno di vitalità e ai militari che lo rintracciarono disse semplicemente che non voleva più rendersi reperibile con la moglie. Per lei fu un trauma, tanto da dover ricorrere a cure psichiatriche. Quando iniziò a frequentare il collega si illuse che il loro rapporto fosse sincero e soprattutto esclusivo. A detta del cinquantenne la sua posizione era sempre stata chiara: non voleva legami. Ma a ognuna delle quattro a quanto pare diceva di essere l’unica.
MESSAGGI, TELEFONATE E BIGLIETTI
Così, quando l’imputata venne a conoscenza delle altre decise di vendicarsi a colpi di messaggi, mail, telefonate, appostamenti. Minacciava l’uomo di mostrare al figlio le foto intime che lui le aveva inviato e in occasione della gita scolastica a cui una delle antagoniste avrebbe partecipato come responsabile dei minori, sparse davanti a scuola biglietti diffamatori contro di lei, in cui si diceva che maltrattasse i bambini. I fatti, accaduti in un istituto del centro, risalgono al 2021 e nel frattempo il corpo docenti si è rinnovato. La sentenza del giudice Marco Montanari arriverà a maggio.
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