ALLARME
Sceso dalla torre Telecom
Ventenne si arrampica sul traliccio di via Vipiteno e protesta contro la mancanza di lavoro per i giovani. Sul posto polizia, vigili del fuoco, ambulanze e una piccola folla di curiosi e amici: poi il lieto fine
Agostino ha 22 anni, non ha un lavoro e ha una storia di disperazione alle spalle.
Domenica 22 luglio Agostino ha detto basta: è andato in via Vipiteno, portando con sè tre striscioni in cui esprime la propria protesta («Adesso basta, stiamo scappando») e si è arrampicato sulla sommità del traliccio della Telecom. Una trentina di metri di acciaio a dominare la zona dell’ospedale.
Agostino si è sistemato lì poco dopo le 13 e, mentre la sua azione di protesta scatenava - com’è naturale - l’emergenza, facendo affluire sul posto Polizia, vigili del fuoco (con autoscala), ambulanza e automedica oltre alla polizia locale, ha dato vita a una protesta "estrema".
Sul posto in breve hanno iniziato ad arrivare anche amici e conoscenti, mentre la Polizia di stato, che coordina le operazioni, sta cercando di convincerlo a scendere, a raccontare la sua vicenda, a non fare follie. In via Vipiteno, oltre ai giornalisti, anche l’avvocato del giovane.
IL LIETO FINE
Dopo un paio d'ore di trattative, il giovane si è lasciato convincere ed tornato a terra. Ha subito abbracciato il suo avvocato Paola Masla e gli amici, poi, mentre veniva visitato dai soccorritori, ha raccontato ai giornalisti presenti la sua storia e i perché della protesta. Una storia di grandi difficoltà, di un adolescente che, dall'età di 17 anni, è rimasto solo e ha dovuto abbandonare gli studi e lavorare per mantenersi. Un lavoro sempre più difficile da trovare. Sabato 21 era il suo ultimo giorno, da oggi Agostino è disoccupato. Ma la sua protesta voleva anche essere un modo per portare all'attenzione dell'opinione pubblica le enormi difficoltà di tanti, troppi giovani come lui ad entrare e trovare un ruolo stabile nel mondo occupazionale.
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