LA ”RIVOLTA”
Busto, mensa scolastica disertata: tutti al parco
Prosegue la protesta contro i rincari: 127 bambini su 147 della Rossi di Borsano non hanno pranzato a scuola
È stata altissima l’adesione allo sciopero della mensa della scuola primaria Gilda Rossi di Borsano, a Busto Arsizio: 127 alunni su 147 sono usciti da scuola a mezzogiorno, hanno pranzato al Parco Campone (o a casa), per poi essere riaccompagnati in classe dai genitori nel pomeriggio. «La partecipazione così massiccia dimostra quanto il problema sia sentito», sottolinea Enza Rubino, presidente del Comitato genitori. Non è stato ancora deciso se l’iniziativa proseguirà anche la prossima settimana: per ora i genitori hanno voluto lanciare un segnale inequivocabile contro i rincari che entreranno in vigore dall’inizio del prossimo anno scolastico, quando il costo mensa salirà da 5,80 euro a 6,30 euro (per un solo figlio).
IL PICNIC E LA MOZIONE
Così ieri a mezzogiorno quasi tutti i bambini delle primarie Rossi sono usciti a consumare il pasto: chi a casa, chi al vicino Parco Campone, dove – approfittando della bella giornata di sole – hanno organizzato un piccolo picnic. Poi, nel primo pomeriggio, tutti di nuovo in classe. Nella doppia veste di nonno e di consigliere comunale, c’era anche Emanuele Fiore (gruppo misto), firmatario di una mozione su questa vicenda: «È giusto che la protesta vada avanti e spero che si aggiungano altre scuole (oltre a Borsano lo sciopero è in corso anche alle elementari di Sant’Anna, ndr) – sottolinea Fiore -. Questi rincari vanno a incidere pesantemente sui bilanci delle famiglie, soprattutto quelle numerose. Invece di aumentare le tariffe delle mense, sarebbe stato meglio tagliare altre spese: ad esempio, quanto ci è costato il Pums poi affossato dalla stessa maggioranza?», domanda Fiore.
«AUMENTI PESANTI»
La rappresentante dei genitori Enza Rubino ricorda che, «con le nuove tariffe, una famiglia con due figli andrà a spendere 799,50 euro in più all’anno; con tre figli addirittura 1.445,25 euro in più. Sono aumenti pesanti». I genitori chiedono che i propri figli possano almeno portarsi il pranzo da casa, senza dover per forza fruire del servizio mensa. La questione è diventata ormai un caso politico. Anche il Partito Democratico è intervenuto con parole forti: «Giunta bocciata, sull’istruzione è tutto da rifare», tuona il Pd di Busto.
«È l’ennesimo esempio di un servizio mal gestito, con ricadute sulle tasche dei cittadini – rileva la consigliera Valentina Verga -. La non corretta programmazione del servizio mensa porta oggi a gravare sulle famiglie con ingenti rincari, oltre che con la perdita di agevolazioni per chi ha più figli». Per il consigliere e segretario cittadino Paolo Pedotti «appare evidente che l’aumento delle tariffe finirà per pesare maggiormente sui ceti medio-bassi» e «i comitati genitori andavano incontrati prima di deliberare i cambiamenti, non dopo». L’assessore Cerana incontrerà infatti i genitori martedì prossimo alle 17.30 ai Molini Marzoli.
La consigliera dem Cinzia Berutti ricorda infine «i tagli operati al servizio di trasporto scolastico, con particolare riferimento alle scuole Pascoli e Galilei». Sulla vicenda il Pd si riserva di presentare una mozione in consiglio.
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