OMICIDI DI CANEGRATE
Caccia al quinto e ultimo assassino
Il ricercato potrebbe costituirsi per evitare la vendetta da parte dei parenti delle due vittime
Ha un nome e un volto, per il momento però è riuscito a far perdere le sue tracce. Forse è in Italia, forse in Albania: gli investigatori controllano le frontiere e sono pronti ad accoglierlo, ma la speranza degli inquirenti è che presto il quinto albanese accusato di aver partecipato all’omicidio dei cugini Alban e Agron Lleshaj, 37 e 31 anni, uccisi in via Ancona la sera dello scorso 10 novembre, potrebbe decidere di costituirsi. Alla fine gli converrebbe, perché se non lo troveranno i carabinieri, lo troveranno comunque i parenti dei due assassinati. Nel primo caso ad andar male si prenderebbe l’ergastolo, nel secondo pagherebbe con la vita.
In conclusione dell’inchiesta condotta dal pm Luca Pisciotta e coordinata dal procuratore capo Gianluigi Fontana e dal suo vice Giuseppe D’Amico, tre giorni fa i carabinieri hanno arrestato i fratelli Elidon, Edmond e Pjeter Lleshaj, oltre ad un cognato dei tre, Edvard Nikolli, residente a San Giorgio su Legnano. Ora tutti e quattro sono al sicuro dietro le sbarre. Edmond, Pjeter ed Edvard a Busto Arsizio, in attesa dell’interrogatorio di garanzia che sarà condotto dal gip Luisa Bovitutti. Edmond a Lier, in attesa dell’estradizione che prima o poi lo riporterà in Italia. Difficile immaginare che da parte dei quattro arrivino chissà quali rivelazioni. L’impianto dell’indagine è comunque robusto, se gli inquirenti erano arrivati a identificare i possibili responsabili del duplice omicidio in una manciata di giorni, il resto del tempo è stato impiegato per costruire un quadro probatorio che in un eventuale dibattimento darà ai difensori parecchio filo da torcere.
La vendetta
Di certo, delle responsabilità dei tre fratelli Lleshaj e del cognato Nikolli sono certi anche i parenti dei due morti, che infatti in base alle regole medievali del Kanun, codice ancora oggi in uso nella regione albanese che ha dato origine sia alle vittime che agli assassini, avrebbero diritto a vendicare la morte con la morte. Proprio su questo dettaglio non secondario fanno affidamento oggi gli inquirenti per incastrare il latitante: se è in Italia, prima o poi i carabinieri lo troveranno; se è in Albania, è più facile che lo trovino prima i parenti dei due morti ammazzati, che con il consenso dei compaesani potrebbero appellarsi al Kanun. Insomma: all’ultimo componente del commando che il 10 novembre aveva sparato a Canegrate converrebbe tornare in Italia e consegnarsi alle autorità, se non altro per salvarsi la pelle.
© Riproduzione Riservata