Vaticano
Camilliani, condannati tre finanzieri e un sacerdote
La vicenda del sequestro di un parroco nel 2013
Roma, 16 mar. (askanews) - Il Tribunale di Roma ha condannato i quattro soggetti imputati per il sequestro di due preti, padre Rosario Messina e padre Antonio Puca, per evitare che partecipassero alle elezioni del superiore generale dell'ordine dei Camilliani, don Renato Salvatore. I giudici della IX sezione penale hanno riconosciuto la penale responsabilità di Alessandro Di Marco e Mario Norgini, già militari del Nucleo speciale tutela mercati della Guardia di finanza, per concorso in sequestro di persona, corruzione e falso. Loro hanno avuto 7 anni. I due parroci - secondo l'accusa - furono trattenuti per oltre sei ore in una caserma della Guardia di Finanza il 13 maggio del 2013. Condannati anche un altro finanziere, Danilo Bianchi (imputato di corruzione) che ha preso 5 anni e padre Renato Salvatore (che rispondeva del solo sequestro) che ha avuto 3 anni.
In base alla ricostruzione del pubblico ministero, Giuseppe Cascini, Puca e Messina, la cui preferenza in caso di voto sarebbe andata a un altro candidato, "furono indotti con l'inganno a ritenere di essere oggetto di indagine da parte della procura di Napoli sulla gestione dell'ospedale di Casoria e vennero convocati presso il Comando di Roma per essere sottoposti a un interrogatorio simulato" con la verbalizzazione di un atto, avvenuto nei confronti di Messina il 5 agosto dello stesso anno in occasione di una seconda audizione. Quell'atto fu "finalizzato solo a ingenerare nel prelato il timore di successive iniziative giudiziarie e a far apparire il commercialista Paolo Oliveiro (già condannato in abbreviato assieme ai due autisti, ndr) come persona capace di risolvere i suoi guai giudiziari".
In cambio ci sarebbero stati 96mila euro che lo stesso Oliverio avrebbe corrisposto ai tre finanzieri. Secondo Cascini - come ha spiegato in sede di requisitoria - "tutti gli imputati erano pienamente consapevoli dell'attività illecita svolta. L'obiettivo principale era quello di tenere Messina e Puca il più lontano possibile dal luogo in cui si svolgevano le operazioni di voto. Lo scopo collaterale, invece, era quello di incutere timore nei due prelati e far sembrare Oliveiro come il loro angelo custode".
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