IL SOPRALLUOGO
Carabinieri sull'Isolino
Il Nucleo tutela patrimonio culturale ha ispezionato il sito archeologico lacustre: si verifica il pontile
Difficile pensare che due carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Milano decidano, a due giorni da Ferragosto, di fare una gitarella fuori porta per verificare lo stato dell’arte dell’Isolino Virginia.
Eppure, quando ieri il luogotenente Sergio Banchellini è sbarcato sul sito, trasportato a bordo di un gommone della Sezione nautica della Polizia provinciale con il collega Azzolino, questo ha detto: «Siamo qui semplicemente per fare un sopralluogo a scopo preventivo, per dirimere un po’ di dubbi e per verificare che non ci siano illeciti».
Con loro Daria Banchieri, conservatrice dei Musei civici di Varese e del Parco dell’Isolino, la professionista insomma che intreccia i fili della storia di uno dei 111 siti palafitticoli dell’Arco alpino, patrimonio dell’Unesco.
Poi, a bordo di un altro natante, sono arrivati Pietro Cardani, responsabile unico del procedimento per il Comune di Varese, con il geometra Giuseppe Buzzi, e gli assessori ai Lavori pubblici, Claudia Gasparotto, e alla cultura, Albino Ganna, per il Comune di Biandronno, e l’ingegner Stefano Ossola, tecnico dell’Autorità di bacino lacuale.
Sul tavolo il progetto del nuovo pontile galleggiante, che dovrebbe essere trainato dalla Schiranna, quindi collocato al posto di quello vecchio, con i suoi 12 metri di lunghezza e 6,2 di passerella, e poggiare il telaio in acciaio zincato con travi posizionate su 36 elementi plastici galleggianti.
Un gioiellino da 40mila euro, finanziati dalla Regione, che rischia di trasformarsi in pietra della discordia, non per il sopra ma per il sotto. Già, perché il problema starebbe nelle strutture palificate e negli strati archeologici nascosti dall’acqua, che non possono essere in alcun modo violati. E così, mentre una squadra di giovani del Centro Gulliver, capitanata da Fausto Caravati, sudava sotto il sole per tirare a lucido il ristorante che è stato loro affidato in gestione, in attesa dell’inaugurazione di Ferragosto che ha già registrato il tutto esaurito, a pochi metri di distanza si srotolavano vecchie fotografie, progetto esecutivo e carteggi che si sono succeduti nel tempo, specie dal 10 ottobre 2013, quando un nubifragio ha reso l’isola artificiale inagibile.
Ma proprio ora che l’isola potrebbe risorgere, ecco affiorare la burocrazia. Già, perché stando alle carte, sarebbe stata proprio Daria Banchieri ad autorizzare, lo scorso 23 dicembre, il cambio di lunghezza del pontile da 10 a 18 metri, previo controlli subacquei preliminari. Indagini eseguite, ma la Soprintendenza chiede anche analisi archeologiche a cura di personale specializzato che, sempre Banchieri, ha scelto di affidare a un’équipe tedesca guidata da Martin Mainberger. Totale sborsato per la consulenza oltre quattromila euro, per scoprire che verso la riva ci sono mattoni, piastrelle, vetro e scarti di metallo, ma anche che pali attualmente coperti e nascosti potrebbero comparire in superficie.
Arriviamo così ad agosto, quando la Soprintendenza impone di sospendere l’attività di posa del nuovo pontile, per avere il tempo di acquisire e analizzare l’esito delle verifiche archeologiche.
Giovedì 13 agosto il sopralluogo, con il Nucleo Tpc che esige ora un piano d’intervento dettagliato delle operazioni di posa. Cardani assicura: «faremo anche questo e rispetteremo tutte i vincoli archeologici, ma non mi si chiedano altre consulenze tecniche per indagini che non servono, perché verranno rigettate».
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