IL COMITATO
«Chiudiamo i centri di cultura islamica»
“Varese ai Varesini” presenterà sabato 10 dicembre due petizioni contro l’immigrazione
No all’Islam, no al business dell’immigrazione. Così il Comitato “Varese ai varesini” chiama a raccolta i cittadini per presentare le petizioni con cui intende affrontare drasticamente i problemi legati all’immigrazione. L’appuntamento è per sabato 10 dicembre alle ore 14.30 nella ex sede del Msi in via Piave 12.
Non a caso la conferenza in programma parte dall’assunto “Islam, immigrazione: il nemico di Varese” per presentare le petizioni “Stop all’Islam e “Basta accoglienza business, fermiamo l’invasione”.
Temi che saranno affrontati dal professor Lodovico Ellena che presenterà il suo libro “Si può ancora criticare l’Islam?”
«Varese ai Varesini non è solo presidi e volantinaggi - afferma Federico Russo, membro del direttivo - ma con con queste due petizioni, rivolte al sindaco e al prefetto, intende coinvolgere concretamente la gente in questa nostra crociata a difesa della città e della nostra civiltà».
«Chiediamo - illustra - la chiusura immediata dei centri di cultura islamica di via Giusti e via Pisacane, seri controlli igienico-sanitari e fiscali a tutti gli esercizi commerciali islamici e totale contrarietà a nuove aperture evitando i grandi assembramenti, oltre al divieto per sussidi e finanziamenti, e alla concessione di case popolari o locali di riunione a qualsiasi individuo o associazione manifesti disprezzo verso la cultura, le tradizioni, le leggi, le abitudini cristiane e occidentali».
Con la seconda petizione il gruppo intende quindi chiedere di «bloccare tutti i progetti utili per l’accoglienza dei migranti e la conseguente chiusura di tutte le strutture ad essi dedicate, l’espulsione immediata dalla città come da tutto il suolo nazionale dei migranti senza i requisiti utili per l’ottenimento del “diritto d’asilo”.
Infine l’appello a Roma, perché il governo disconosca il Regolamento di Dublino e il Trattato di Schengen e si attivi in concrete iniziative nel campo delle espulsioni, della difesa dei confini nazionali, intraprendendo anche incisive azioni di comunicazione «in primis rivolte ai paesi africani e asiatici, sul disprezzo e sul rifiuto di chiunque intenda rigettare la nostra cultura, le nostre tradizioni, le nostre leggi o di qualsiasi individuo abbia intenzione di raggiungere il nostro paese solo per lucrare sul nostro sistema assistenziale».
Il Comitato annuncia infine che nelle prossime settimane saranno organizzati presidi e relativi banchetti di raccolta firme sia in centro città sia nei quartieri periferici».
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