LA GLOBALIZZAZIONE
Commenti aziendali sul web. Licenziati
Decine di casi in provincia di Varese. La Cisl: «In aumento il contenzioso da social network»
Licenziati in tronco per colpa di Facebook: accade anche questo nell’era del massimo sviluppo tecnologico che faciliterà pure la comunicazione ma espone a nuovi, inaspettati rischi.
In provincia di Varese si contano decine di casi di collaboratori allontanati dal luogo di lavoro per qualche passo falso commesso in Rete.
C’è chi passa troppo tempo a discutere dei fatti suoi, chi parla male del capo sui social network, chi esprime giudizi negativi sui colleghi o sulle scelte aziendali, chi pubblica bellissime foto con amici e parenti sul bagnasciuga proprio nel giorno in cui è in malattia. E così scattano i controlli e il “foglio di via”.
Anche i sindacati devono adeguarsi a questo cambiamento culturale, come hanno spiegato i responsabili dell’ufficio vertenze della Cisl dei Laghi nel tracciare il bilancio dell’attività nel 2016.
«È in netto aumento il contenzioso legato a Internet - ha fatto sapere Antonio Mastroberti -. Riguarda soprattutto i giovani, uomini e donne in egual misura. Ricordo in particolare il caso del dipendente di un supermercato che ha postato un’immagine di clienti all’ingresso nel punto vendita di domenica. Il commento non era proprio lusinghiero nei confronti di chi obbliga a lavorare anche nel giorno di festa: è scattato il licenziamento per giusta causa. Purtroppo a volte si sfocia nel penale, c’è un uso troppo disinvolto, persino spudorato dei nuovi mezzi di comunicazione. E non sempre si è a conoscenza dei rischi che si possono correre».
Articolo sulla Prealpina di giovedì 9 febbraio.
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