IL CASO
Comunione con l’ostia dei carcerati
Da oggi in tutte le parrocchie saranno consacrate e distribuite le particole prodotte da un gruppo di detenuti di Opera
“Il senso del pane”: questo il nome del progetto che da questa settimana porta in tutte le parrocchie saronnesi le ostie prodotte dai detenuti del carcere di Opera. Nello specifico, sono realizzate da Cristiano, Ciro e Giuseppe, che preparano delle particole speciali, un po’ diverse da quelle comunemente in uso visto che sono riconoscibili per la loro croccantezza.
Il prevosto, monsignor Armando Cattaneo, le ha volute come ostie “ufficiali” delle chiese di Saronno e d’ora in poi saranno distribuite ai fedeli in occasione delle messe alla chiesa prepositurale di San Pietro e Paolo, al Santuario, a San Giuseppe al rione Matteotti, a San Francesco in piazza Cadorna e alla Regina Pacis di via Roma. È un modo per spingere i cittadini a un momento di riflessione, legato alla realtà del carcere e alla possibilità di redenzione tramite il lavoro.
Ormai da alcuni mesi è stato allestito un piccolo laboratorio in un locale del carcere della periferia milanese e i tre detenuti che si sono offerti per questa iniziativa si sono messi al lavoro. Credono molto in quel che fanno, e così è nata una produzione continua e ben organizzata, ma con ingredienti e modalità semplici, che sta riscuotendo successo in tutta Italia. Con farina, amido e una piastra calda preparano una grande ostia rotonda, e poi ne ritagliano di più piccole, sulle quali viene impressa l’immagine del crocifisso: il tutto con un’operazione totalmente artigianale: è tutto fatto a mano, come si usava un tempo.
Dopo che lo scorso 9 aprile papa Francesco ha voluto incontrarli, ricevendo delle ostie che sono state consacrate il 15 maggio per la Pentecoste, anche le sei parrocchie saronnesi, riunite nella comunità del Crocifisso risorto, hanno dunque deciso di sostenere concretamente l’attività dei carcerati.
I detenuti mandano un messaggio alla comunità saronnese per spiegare l’intento del loro lavoro: «Ciò che teniamo a dire è che se la redenzione è stata possibile per noi che siamo grandissimi peccatori, allora è possibile per tutti. Ogni ostia che facciamo è come il grano di un Rosario perché induce a meditare e a pregare».
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